il terremoto delle toghe

Scandalo magistrati, su Luca Palamara diteci tutto

Fabrizio Cicchitto

Siccome il trojan è stato messo sul telefonino di Palamara nell’ipotesi di un suo rapporto corruttivo con un imprenditore per 40.000 euro, allora la procura di Perugia avrebbe dovuto dare pubblicità alle intercettazioni riguardanti quel reato per confermarlo o per prendere atto dell’assenza di prove. Invece da Perugia sono usciti spezzoni di intercettazione che non hanno nulla a che fare con il reato di corruzione e che già, a parte l’espulsione di Palamara dall’ANM, hanno provocato molti sconquassi con la modifica dei rapporti di forza nel CSM per le dimissioni di alcuni magistrati citati in esse. Adesso Ermini afferma che la sezione disciplinare del CSM esaminerà tutte le altre chat per trarne o meno conseguenze sul piano disciplinare.

Le cose, però, non possono affatto fermarsi qui. Detta del tutto incidentalmente lo stesso Ermini è stato eletto vicepresidente proprio sulla base del lavorio di Palamara, Ferri, Lotti e altri. Ciò detto, non si può anche in questa vicenda adottare il metodo dei due pesi e delle due misure: da un lato le intercettazioni rese pubbliche che hanno già prodotto notevoli effetti, dall’altro intercettazioni rimaste coperte che verranno conosciute e gestite solo dalla sezione disciplinare del CSM. Invece arrivati a questo punto tutte le intercettazioni vanno rese pubbliche per evitare che si crei un pericoloso sistema asimmetrico suscettibile dei giochi più spericolati. Infatti, si potrebbe dare spazio a voci di ogni tipo. Per esempio, già si dice in giro che in una delle intercettazioni fra Palamara e gli altri fu lodato un magistrato di Firenze per il rigore e la durezza con cui si era mosso in una vicenda giudiziaria per cui aveva costretto Maurizio Lupi alle dimissioni da ministro delle Infrastrutture e Trasporti. Ovviamente noi non sappiamo affatto se questa voce è vera o no, ma quante altre voci potranno esser messe in giro se tutto le intercettazioni non verranno rese pubbliche?

  

Insomma, l’alternativa è netta: o niente in piazza rispettando il segreto istruttorio o tutto in piazza in nome della trasparenza. Ma le cose non possono fermarsi qui. Questa difficile situazione può essere affrontata in modo positivo solo se si realizza un incisivo processo di riforma. Ora l’unica riforma all’altezza del disastro avvenuto per l’incestuoso rapporto fra i capi corrente, fra essi e i plenipotenziari dei partiti, fra gli uni, gli altri e alcuni cronisti giudiziari privilegiati può essere quella che, tenendo conto del dettato costituzionale che parla di un giudice “terzo e imparziale”, riguarda lo sdoppiamento delle carriere con due CSM, quello dei magistrati giudicanti e quello dei Pm, magari eletti facendo prima due rose per sorteggio e poi procedendo al voto. Ora come può essere “terzo e imparziale” il magistrato giudicante se è pappa e ciccia con i Pm e per di più se la sua carriera dipende da un CSM dominato dai Pm?

Su questo terreno, però, a livello politico le cose non vanno affatto bene. In una recente intervista l’on. Verini, responsabile giustizia del PD, ha espresso il suo giudizio negativo sullo sdoppiamento delle carriere. Siamo alle solite: larga parte del PD conferma la sua storica subalternità ai Pm e ne trae le conseguenze riconfermando il no allo sdoppiamento delle carriere. L’on. Verini ripropone l’argomentazione secondo la quale lo sdoppiamento delle carriere implicherebbe nuove forme di subalternità alla magistratura del potere politico; ma chi lo ha detto? Certamente in Francia i Pm ricevono le direttive dal governo, ma in Italia si può benissimo fare lo sdoppiamento delle carriere e mantenere l’autonomia sia dei Pm sia della magistratura giudicante. Allo stato in Italia, stando a Luciano Violante, in primo luogo andrebbe affermato lo sdoppiamento delle carriere dei Pm da quello dei cronisti giudiziari. A stretto giro di posta secondo noi andrebbe realizzata la divisone delle carriere fra magistratura giudicante e magistratura inquirente. Ma purtroppo per ragioni tutte derivanti da quello che è avvenuto in questo paese dai tempi di Mani Pulite ad oggi il PD è totalmente subalterno ai Pm, subalterno per tante grazie ricevute.