I fuochisti in piazza ora "sparano" contro Conte
Duemila aziende del settore pirotecnico con oltre diecimila lavoratori e un fatturato annuale di circa 600 milioni di euro rischiano di chiudere i battenti a causa delle norme restrittive per il Covid che continuano a vietare in qualunque forma le feste padronali e i grandi eventi estivi durante i quali l'arte dei fuochi di artificio la fa da protagonista. A protestare a Piazza Montecitorio, oggi pomeriggio, sono stati oltre cento rappresentanti del settore, giunti a Roma da tutta Italia, con un'iniziativa promossa dall'Associazione Pirotecnica Italiana (ASSPI) insieme all'Associazione Nazionale Imprese Spettacoli Pirotecnici (ANISP), per chiedere al Governo risposte concrete alle richieste rimaste senza risposte inviate al premier Conte ad inizio pandemia.
"Noi oggi siamo stanchi, siamo mortificati da questo silenzio istituzionale, il Governo non ci considera, stiamo morendo e se questo accade qualcuno se ne deve assumere la responsabilità", spiegano il presidente di ASSPI Nobile Viviano e il presidente di ANISP Giuseppe Parente.
"Oggi siamo a Montecitorio per far sentire forte la nostra voce, era necessario, per richiedere al Governo che ci ricevesse e organizzasse con noi un tavolo di concertazione dove trovare insieme le necessarie e più idonee soluzioni. I nostri spettacoli pirotecnici non sono sinonimo di diffusione del contagio; uno spettacolo pirotecnico è compatibile con le forme di prevenzione previste nei protocolli di altre attività oggi ripartite".
Quanto alle richieste mosse al Governo per le sigle rappresentative del settore in cima c'è "la sospensione di tutti i pagamenti contributivi e tributari per l’anno 2020 con la possibilità di riprendere a pagarli con l’anno prossimo, prevedendo un piano di rateizzazione di almeno 60 mensilità. Un concreto contributo a fondo perduto sostenere le aziende, almeno per il periodo di non lavoro, da calcolare sulla base delle perdite di fatturato rapportate allo stesso periodo dell’anno scorso. Un credito d’imposta del 60% per le spese che le aziende pirotecniche devono sostenere in questo periodo di fermo per fitti d’azienda, leasing; l’esenzione per l’anno 2020 del versamento delle rate IMU; la proroga della cassa integrazione fino al 31 dicembre 2020".
"Gli imprenditori pirotecnici - conclude la nota - sono non solo i testimoni di una grande, antica e nobile forma di arte, i nostri artisti sono apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo e questo valore culturale non può non essere tenuto in considerazione; ma sono anche i rappresentanti di un grande settore economico italiano che riesce a far sviluppare importanti numeri sotto il profilo dell’economia e dell’occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno dove di posti di lavoro ce ne sono pochi".
Lo comunica in una nota l’Ufficio Stampa dell’Associazione Pirotecnica Italiana Ass.PI. e di Anisp.