i permessi ai boss
"Apprezzò la circolare sulle scarcerazioni". Le parole che inguaiano Bonafede
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede "espresse apprezzamento" per la circolare del Dap che facilitò la scarcerazione di alcuni boss mafiosi per motivi di salute durante l'emergenza Covid 19. A dirlo, nel corso di un'audizione presso la commissione parlamentare Antimafia, è il direttore generale della direzione detenuti e trattamento del Dipartimento dell'amministrazione pentitenziaria Giulio Romano, ascoltato nell'ambito del caso della circolare del 21 marzo scorso, relativa alla segnalazione all'autorità giudiziaria di detenuti con patologie e a rischio di complicanze.
Romano ricostruisce quei giorni. Il 21 marzo mattina alle 8.31 «scrivo una mail a Basentini (allora Capo Dipartimento del Dap ndr) dicendo che mi pare che nella videocall» del giorno precedente «era emerso l’ok. Lui mi risponde: ’per me va benissimo'. Invio la circolare alla dirigente di turno specificando che c’era l’assenso del Capo Dipartimento».
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«Il contenuto» della circolare era di «mera segnalazione, non c’era nessun riferimento di sorta alla detenzione domiciliare umanitaria» dice ancora Romano. La stessa mattina del 21 marzo «Salvatori (delle segreteria del ministro della Giustizia ndr) mi chiede se era stata poi inviata e io gli rispondo inoltrando la circolare e non ci fu nessuna contestazione», ha raccontato Romano. In seguito, «in occasione di un’altra videoconferenza il ministro esprimerà apprezzamento per l’iniziativa», ha concluso Romano.
Qualcuno, però, aveva intravisto i rischi di quella circolare. E' il caso del direttore dell'Ufficio V della direzione generale detenuti e trattamento del Dap Caterina Malagodi, ascoltata sempre in commissione Antimafia alcuni giorni fa. «Io sono rimasta stupita, ho avanzato perplessità, secondo me bisognava fare una distinzione per l’alta sicurezza. Ho detto: rischiano, per questa nota, di uscire persone pericolose, ma Romano riteneva non sarebbe accaduto perché la magistratura di sorveglianza avrebbe valutato l’elemento della pericolosità del soggetto».
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Romano, aveva detto ancora la Malagodi, «riteneva che non ci fosse pericolo» invece «io questo pericolo l’ho visto», ha continuato Malagoli secondo la quale la circolare va contestualizzata nel periodo di emergenza Covid ma ha raccontato di aver detto a Romano che si sarebbe potuto non estendere la circolare «a detenuti di alta sicurezza. Romano disse che la vita vale per tutti i detenuti, e secondo lui non si poteva distinguere tra detenuti di serie A e B». «A Basentini (ex capo del Dap) ho dimostrato la stessa critica - ha proseguito Malagoli - gli dissi che» la circolare «era pericolosa».