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Salvini: "Agenti indagati per aver sedato le rivolte in carcere? Vergogna indicibile"

"Non si possono indagare gli agenti solo perché hanno fatto il loro dovere". E' quanto ha detto il leader della Lega da Santa Maria Capua Vetere, nel casertano: «Sono venuto qui, ho disdetto gli appuntamenti, perché non si possono indagare e perquisire come delinquenti 44 servitori dello Stato» ha detto Salvini arrivando davanti al carcere locale riferendosi agli agenti sospettati di pestaggio in carcere.

«Non esiste né in cielo, né in terra perquisire gli agenti davanti ai familiari dei detenuti», dice il leader della Lega, mentre attorno a lui si accalcano tv e alcuni poliziotti. "Vadano loro a sedare la rivolta" grida uno dei presenti. "Aprite i cancelli, fate uscire i detenuti, se la sedano loro la rivolta". "Governo infame, al servizio dei criminali", aggiunge un altro lì vicino. E ancora dalla folla: "La rivolta la facciamo noi, mettiamo tutti i carceri sottosopra".

«Può capitare che uno su mille possa sbagliare» aggiunge Salvini, "e se uno su mille sbaglia, paga. Ma non esiste nè in cielo nè in terra, davanti ai parenti dei detenuti venire a perquisire dei poliziotti. Adesso vado dentro a capire. Per quello che mi riguarda, visto le rivolte non è che le tranquillizzi con le margherite, pistole elettriche e videosorveglianza prima arrivano e meglio è per tutti", aggiunge rivolto agli agenti di polizia penitenziaria che lo ascoltano all’ingresso dell’istituto di pena.

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