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Stati Generali, kermesse con un'unica certezza: al governo manca una strategia
Vedremo se il Governo presenterà un proprio documento ( si parla di un masterplan) aperto alla discussione, sulla base del lavoro compiuto dal comitato presieduto da Vittorio Colao nel quale sono indicati, a 360 gradi, tutti gli interventi possibili in modo tale da non sbagliare e, alla fine, di accontentare tutti, ad eccezione di chi vi ha visto una sottovalutazione dell’intervento pubblico, come nel caso di Mariana Mazzucato. Sembra che ancora sia in forse se gli “ Stati Generali” debbano essere una occasione di solo ascolto, dunque con un Governo che assiste e prende nota dei diversi interventi , ma allora si sarebbero potute prevedere situazioni diverse da una pomposa manifestazione, quale si va profilando, che in questi ultimi giorni vede, a fasi alterne, restringersi ed ampliarsi i propri contenuti e la stessa durata, a volte privilegiandosi il momento spettacolare; oppure debbano favorire una prima verifica di linee che l’Esecutivo si propone di sviluppare o di integrare con i risultati del convegno.
Naturalmente, se il lavoro, quale quello del comitato Colao, non prevede la indicazione di priorità negli interventi, più in generale di selettività delle misure, di date di attuazione, di oneri da sostenere a tal fine e dei ritorni, allora il compito è molto più facile. Di questo passo, si potrebbe arrivare ben oltre le 102 proposte che sono state formulate. Spetta, dunque, al Governo scegliere e indicare tutti questi elementi che il comitato, invece, non ha affrontato.
Emerge, comunque, chiaramente, soprattutto se si accentua il ruolo di questa kermesse, la carenza, nell’Esecutivo, non solo di un programma, ma anche di un preciso indirizzo strategico. Può soccorrere l’attenuante degli impatti della pandemia, ma non l’esimente. D’altro canto, gli Stati Generali – che, nelle varie fasi in cui si è ricorsi ad essi, ad eccezione della prima voluta da Luigi XVI con i suoi sviluppi tragici per chi li convocò anche se fondamentali per la storia e per l’avanzamento politico e sociale , non hanno prodotto rimarchevoli risultati – possono essere, a volerne accettare l’indizione, soltanto un passaggio, essendo la sede parlamentare quella centrale non solo per la formazione delle leggi e per le attività di “sindacato”, ma anche per il confronto su proposte e opzioni politiche. E’ sperabile che un’iniziativa promossa improvvisamente e con larga approssimazione – alla quale si inviteranno, come sembra, anche esponenti comunitari e di istituzioni internazionali – non sia ulteriormente distorta da competizioni, differenziazioni e dissensi nella stessa maggioranza che in questi ultimi giorni vengono a torto o a ragione evidenziati. Fondamentali, anche al di là delle proposte e dei suggerimenti, sono la credibilità, l’affidabilità del Governo, la certezza e la stabilità dei programmi, il riscontro della loro attuazione, l’”accountability” alla quale il Governo stesso deve corrispondere. Non si deve trascurare, poi, l’agenda delle prossime settimane. Insomma, un’altra prova consisterà nel modo in cui si collegano gli interventi a brevissimo termine con quelli di più ampia prospettiva. Gli Stati Generali agevoleranno questa correlazione o anche questo aspetto resterà indeterminato, prevalendo gli intenti protagonistici o di cifrate battaglie tra le diverse parti?