l'italia che non riparte
In piazza vale tutto? Bene, allora liberate pure gli altri
È che fanno di tutto - ma proprio di tutto - per farti cedere alla tentazione di rinverdire gli antichi fasti fantozziani e, sbattuti i pugni sul tavolo, prorompere nel tonante e solenne «Ma allora mi hanno sempre preso per il culo!».
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Ricapitolando. Nell’ultima settimana si sono viste, nell’ordine: manifestazione dei gilet arancioni del generale Pappalardo (Milano, 30 maggio); preghiera dei fedeli in piazza San Pietro (Roma, 31 maggio); manifestazione istituzionale per la festa della Repubblica (Roma e Codogno, 2 giugno); manifestazione dell’opposizione per la festa della Repubblica (Roma e capoluoghi di provincia vari, 2 giugno); manifestazione del Partito comunista (Roma, 2 giugno); manifestazione dei gilet arancioni del generale Pappalardo secondo estratto (Roma, 2 giugno); manifestazione della sinistra siciliana contro il nuovo assessore regionale alla Cultura (Palermo, 2 giugno); protesta delle associazioni dei trasporti (varie città, 3 giugno); manifestazione del comparto pullman, ncc e noleggiatori (Napoli, 3 giugno) sit in della sinistra romana contro il ripescaggio della presidentessa grillina sfiduciata del IV municipio (Roma, 4 giugno); manifestazione degli operatori del turismo (Roma, 4 giugno); protesta degli insegnanti precari (Roma, 4 giugno); cortei contro il riscaldamento globale (città varie, 5 giugno); protesta degli studenti medi e superiori (Roma, 5 giugno); manifestazione delle mascherine tricolori (Roma, 6 giugno); manifestazione di Forza Nuova e ultras di varia provenienza (Roma, 6 giugno); sit in comunista contro l’amministrazione regionale (Milano, 6 giugno); manifestazioni contro gli americani razzisti (città varie, 7 giugno). Se le sparute manifestazioni di destra hanno ricevuto unanimi condanne...