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Che faccia Prodi! Con me gli Italiani amavano le tasse

Romano Prodi

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Romano Prodi abbronzatissimo è apparso a Di Martedì lasciando di stucco gli ascoltatori del povero Giovanni Floris, perché ha voluto riscrivere la storia raccontando cose talmente incredibili sul suo ultimo governo fra il 2006 e il 2008 che sembrava una scena di Big Fish, il celebre film di Tim Burton costruito su storie molto fantasiose. Prodi ha raccontato che quando nel 2006 era diventato per la seconda volta premier dopo un po' di settimane è venuto da lui il viceministro delle Finanze, Vincenzo Visco, confessandogli: “Romano stanno arrivando tantissimi soldi in cassa dalle imposte degli italiani. Eppure non ne abbiamo ancora ritoccata nemmeno una”. Spiegazione di Prodi: “Vedete? Gli italiani avevano capito che eravamo gente seria, che sarebbe durata a lungo e quindi hanno subito messo mano al portafoglio”.

 

 

 

Ora sono passati tanti anni e a qualcuno - di sicuro a Prodi - la memoria sarà un po' zoppicante. Ma quel suo governo passò alla storia come l'esecutivo delle 100 tasse, perché tante ne appioppò fin dall'inizio agli italiani. Che poi fosse destinato a durare a lungo forse era pio desiderio di Prodi, ma assai lontano da quel che avvenne. L'esecutivo durò meno di due anni e dopo due mesi di vita era già entrato in crisi prima per il voto sull'indulto che aveva lacerato Italia dei valori e poi per quello sulle missioni estere che aveva portato fuori la sinistra radicale. Già al terzo mese quindi il governo ballava sulle montagne russe. Al quarto mese perse la maggioranza in uno dei due rami del Parlamento, il Senato. All'ottavo mese venne battuto dalle opposizioni sulla costruzione della base Nato di Vicenza. Al nono entra in crisi sulle missioni militari all'estero, e perde la maggioranza grazie al mini scisma del comunista Franco Turigliatto. Prodi si dimette, ma poi Giorgio Napolitano respinge le dimissioni e si va avanti senza maggioranza. Cinque mesi dopo altra crisi provocata dal presidente della Camera Fausto Bertinotti. Galleggia per altri quattro mesi e poi il governo cade, la legislatura sciolta prima del secondo compleanno e si torna a votare consegnando il governo a Silvio Berlusconi. “Gente seria, che saremmo durati a lungo”, dice Prodi che alla fine invece si è ritirato a vita privata.

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