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Conte candidato sindaco di Roma, l'ultima tentazione di Pd e M5S

Alberto Di Majo
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Giuseppe Conte candidato sindaco di Roma. E’ l’ultima tentazione che si aggira nella maggioranza che sostiene il professore a Palazzo Chigi. La partita per il futuro del governo potrebbe intrecciarsi con quella per il Campidoglio. Il premier non ci pensa, anzi. Con i sondaggi che lo incoronano come il più amato dagli italiani (stabilmente sopra il 60%, anche se il suo indice di gradimento è diminuito negli ultimi giorni), l’avvocato del popolo continua a immaginarsi sulla scena politica nazionale, magari a capo di un partito “civico” che possa rappresentare un campo largo che dal centro guarda a sinistra. E se ci sono pure i cittadini che lo fermano per strada e gli preannunciano un futuro al Quirinale, il prossimo anno di Conte non sarà una passeggiata. Intanto le condizioni del Paese resteranno critiche e la sua maggioranza si troverà a dover sciogliere nodi che la terranno sempre a un passo dal baratro. La partita di Matteo Renzi, penalizzato dalla ripresa del Pd e di Forza Italia da un lato e dal tatticismo senza consenso dall’altro, e quella che si giocherà nel M5S che dovrà giungere a un assetto stabile dopo questi mesi affidati alla guida di Vito Crimi, rischiano di far traballare Palazzo Chigi. Ecco perché tra poco più di un anno il Campidoglio potrebbe essere una via d’uscita di lusso per Giuseppe Conte e per i partiti che lo sostengono. Le elezioni per il dopo Raggi, previste fra tredici mesi, sono un’occasione imperdibile.

Un candidato come l’attuale premier metterebbe d’accordo naturalmente i 5 Stelle e i Democratici (dopo aver guidato un governo insieme chi se ne stupirebbe?), bloccherebbe il centrodestra, soprattutto perché Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di riprovare a conquistare il Campidoglio (un’altra sconfitta la renderebbe marginale dopo il grande sforzo per portare Fratelli d’Italia oltre il 10%) e potrebbe far vincere di nuovo il MoVimento a Roma dopo l’esperienza deludente di Virginia Raggi. Infine, aprirebbe la strada di Palazzo Chigi a un premier targato Pd (tra i più papabili l’attuale ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri). Un risiko complicato ma con la possibilità di far quadrare i conti sia al governo sia in Campidoglio. Fantapolitica? Alcuni esponenti del M5S ci stanno pensando, anche per arginare la possibilità che il premier costruisca il suo partito, benché l’efficacia di un progetto del genere sia tutta da verificare. Un’idea che accarezzano anche quei big del Pd che predicano un progetto politico strutturale tra le due forze maggiori di governo.

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