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"La pubblicazione di dettagli intimi fa male". Palamara scopre la dura vita dell'intercettato

Lo sfogo del magistrato

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La pubblicazione di intercettazioni private e penalmente irrilevanti può rovinare la vita. Lo sanno bene le migliaia di persone che negli anni sono finite nel tritacarne del circo mediatico-giudiziario e che, spesso senza nemmeno risultare colpevoli di alcunché al termine dell'iter processuale, hanno visto la propria reputazione distrutta dalla pubblicazione di conversazioni che mai sarebbero dovute uscire dalle procure. Adesso l'ha capito anche Luca Palamara, già punta di diamante della magistratura attualmente in disgrazia dopo essere finito sotto inchiesta per presunte interferenze sulle nomine dei magistrati e le cui torrenziali intercettazioni - tra conversazioni e messaggi - stanno venendo pubblicate da giorni su ogni organo di informazione, e pazienza se si tratta di conversazioni private senza nessun legame con l'inchiesta in corso. E allora ecco lo sfogo affidato a Twitter: "Assistere alla pubblicazione dei momenti più intimi della propria vita privata che coinvolgono estranei fa sempre male. Oggi sono dall'altra parte e accetto tutto questo perché non ho nulla da nascondere. Sono storture però sulle quali occorre nuovamente riflettere". 

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