la fase 2

Caos maggioranza sugli assistenti civici, metà governo stronca l'annuncio di Boccia

Carlantonio Solimene

Gli "assistenti civici" ipotizzati dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia per controllare il comportamento della popolazione nella "fase 2" dell'emergenza Coronavirus fanno esplodere il caos nella maggioranza di governo. L'annuncio dell' "arruolamento" di 60.000 assistenti civici nei Comuni per fare rispettare le norme del distanziamento sociale arrivato ieri da Boccia e dal sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro ha trovato sì il consenso tra alcuni governatori come Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna, ma ha provocato anche delle forti prese di distanza, non solo nell'opposizione. Dalle parti della maggioranza, il dissenso più forte arriva dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che nella sua consueta e-News non le manda di certo a dire: «Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità? Come spesso accade la penso come Matteo Orfini. Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?». Renzi cita il deputato dem, ex presidente del Pd, che rigetta anch’egli la proposta Boccia-Decaro affermando che «non servono assistenti civici. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori. Non una schiera di influencer che commentano indignati le foto del giorno», sottolinea Orfini. Mal di pancia anche all’interno del Movimento 5 Stelle che vede in dissenso il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Gianluca Castaldi. Su Twitter scrive: «La fuga in avanti di Francesco Boccia sui 60mila assistenti civici non mi convince. E non convince il M5S. Per noi i cittadini devono controllare quello che fanno i politici, non quello che fanno altri cittadini: auspico passo indietro del ministro e confronto con tutta la maggioranza». Dal ministero dell'Interno, peraltro, fanno sapere di non essere a conoscenza dei dettagli dell'iniziativa di Boccia. «Le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell’Interno, per l’istituzione della figura degli "assistenti civici" in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio» fanno sapere fonti del Viminale. E il sottosegretario agli Interni Carlo Sibilia non usa certo la diplomazia per replicare al collega di governo: "Facciamo che è stato solo un momento di distrazione collettiva. Pensiamo invece a supportare chi già fa tanto per la sicurezza degli italiani, parlo delle Forze dell’Ordine e della polizia locale". Da Italia viva si fa sentire pure il presidente del partito Ettore Rosato: "La proposta di utilizzare assistenti civici non sta in piedi, il volontariato va valorizzato ma nelle forme giuste". "Le strade da seguire sono due - continua - da una parte potenziare il servizio civile, formativo e utile per i giovani, dall’altra sostenere il Terzo Settore che è stato accanto ai Comuni in questa emergenza". "Non inventiamoci un volontariato di Stato, magari con compiti impropri come quelli della vigilanza - conclude Rosato - che si trasformerà in lavori socialmente utili e poi in altri precari che si lamenteranno della loro situazione. Tutto ciò lascerà, inevitabilmente, le persone deluse e insoddisfatte".