Polverone sugli assistenti civici. Ma il governo chiarisce: non avranno funzioni di polizia
"Quella degli assistenti civici è un'iniziativa che si inserisce nell’alveo di quelle già assunte dalla Protezione civile, che hanno portato a dislocare oltre 2.300 volontari nelle varie strutture ospedaliere, nelle Rsa e nelle carceri". La nota di Palazzo Chigi arriva in serata al termine di una giornata convulsa all'insegna della polemica sui volontari che non saranno incaricati di pubblico servizio - spiegano dal Governo - e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia". Come frenare la movida, che rischia di riportare in alto i numeri del contagio da coronavirus, è il principale problema da affrontare con l'avvio della Fase 2. La politica si indigna davanti a foto e video degli assembramenti attorno all'aperitivo, ma non sembra voler reclutare volontari che, forse, rischiano di creare più scontento (se non risse) che risultati concreti. Il solo annuncio di una "guardia civile" scatena un polverone. Per questo il premier Giuseppe Conte convoca una riunione per cercare la quadra con i colleghi di governo. Per approfondire leggi anche: Caos maggioranza sugli assistenti civici Domenica sera, in diretta al Tg1, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia (Pd) aveva spiegato di aver siglato un accordo con le Regioni e i sindaci d'Italia, raggruppati nell'Anci, per permettere l'arrivo di 60mila persone in piazze, parchi e spiagge sempre più affollati dagli avventori che vi si riversano spesso senza una protezione sul viso. Mostrando la pettorina blu con la scritta "assistente civico", Boccia ha spiegato che i volontari, selezionati tramite bando, "saranno a disposizione dei sindaci, con il loro sorriso e la loro educazione, e ricorderanno nei luoghi dell'assembramento che bisogna fare ancora qualche sacrificio, mantenere le distanze e avere la mascherina, per tutelare con questi atteggiamenti i nostri cari". Le scene degli spritz padovani e veronesi, dell'aperitivo sui Navigli di Milano o ai Murazzi di Torino, insomma, non devono ripetersi. Anche perché, come ripete Boccia, se la curva del contagio risalisse sarebbe necessario limitare nuovamente libertà e spostamenti. Ma se i primi cittadini, alle prese quotidiano con denunce e filmati dai telefonini, vorrebbero il controllo dei volontari, la politica nazionale esprime forti perplessità. Dal M5S, Stefano Buffagni è del tutto contrario, mentre il reggente Vito Crimi si dice dubbioso sulla proposta, ma sicuro che verrà trovata una soluzione. Dal Viminale, si sottolinea che la decisione è stata presa senza una preventiva consultazione, e si chiede che le nuove figure non comportino compiti aggiuntivi per prefetture e forze di polizia. Italia Viva parla di una iniziativa da bocciare, e annuncia un'interrogazione. Dalla Lega, il segretario Matteo Salvini prima canzona "la sinistra italiana da sempre contro le ronde di cittadini", quindi canta vittoria dopo la mezza marcia indietro del governo. Simile la posizione di FdI e di FI, dove il vicepresidente di Antonio Tajani sostiene che gli assistenti civici sarebbero inutili, simili ai "colectivos del regime di Maduro". Insomma, meglio affidare i controlli a forze dell'ordine, polizia locale e militari. Antonio Decaro, sindaco di Bari e rappresentante dei primi cittadini d'Italia, difende invece il bando della Protezione civile che dovrebbe essere pubblicato per selezionare i volontari. "Non sono ronde, ma distributori di buona educazione - sottolinea Decaro -. Serviranno nei parchi o nei mercati per contare gli ingressi. Li useremo anche per distribuire generi alimentari e farmaci". Altri sindaci, come il milanese Giuseppe Sala, si attrezzano con misure drastiche: nel capoluogo lombardo, dalle 19, sarà vietato vendere bevande per l'asporto.