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Riccardo Ricciardi non si arrende. Così attacca il modello lombardo

Carlo Antini
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Il deputato grillino Riccardo Ricciardi torna a parlare sul tema che ieri ha infuocato la Camera dei Deputati. E lo fa dai microfoni di SkyTg24. Intervistato nella rubrica "Start" il pentastellato afferma: "È indubbio che la Lombardia ha funzionato diversamente dal Veneto e sono governate entrambe dalla Lega - ha detto Ricciardi - Adesso dobbiamo capire cosa non ha funzionato in Lombardia". "Considerate le cose che tutti leggiamo sui giornali o vediamo sui social rispetto alla situazione che c'è stata in Lombardia, è possibile che nell'Aula dove si fa politica a livello più alto non si possa dire quello che non ha funzionato in Regione Lombardia? Questo è il tema, in un momento in cui si sta aprendo una fase diversa e non siamo più nell'apnea di due mesi fa, credo che sia il momento di capire cosa non ha funzionato e dirlo. L'attacco strumentale alla Lega sarebbe stato se avessi attaccato a prescindere tutti i presidenti di Regione del centrodestra o della Lega, ma se mi avessero fatto finire di intervenire io avrei detto che la gestione lombarda è stata diversa da quella veneta, e sono due regioni leghiste, ma in Veneto esiste un sistema di sanità territoriale e c'è stata una capacità di gestione differente rispetto a quella lombarda. Il problema non è attaccare la Lega, ma capire cosa non ha funzionato in Regione e capire i problemi che ci sono stati».  Per approfondire leggi anche: Al Tg La7 c'è Ricciardi Accusare Conte «di alto tradimento si può, attaccare la giunta regionale lombarda è minare la pace istituzionale. Giorgetti si metta d'accordo anche con se stesso - ha proseguito il deputato - L'unità nazionale si fa collaborando lealmente in Parlamento con il rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione, quando si legge un emendamento, che sia di maggioranza o di opposizione, se l'emendamento è buono si tradurrà in legge, questo è un clima di collaborazione e di pace istituzionale nella differenza e nel rispetto dei ruoli di chi rappresenta la maggioranza o l'opposizione, ma non sulle idee perché le idee non hanno paternità».

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