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Salvini teme la congiura dei magistrati e telefona a Mattarella: "Mi sia garantito giudice imparziale"

Matteo Salvinilo

Colloquio col presidente della Repubblica al quale scrive anche una lettera con la preoccupazione per il processo sul sequestro di migranti

Dario Martini
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Matteo Salvini scrive al al capo dello Stato Sergio Mattarella affinché gli sia garantito un processo equo e giusto. Il leader della Lega è preoccupato in riferimento ai procedimenti nei suoi confronti per le sue politiche sull'immigrazione. Salvini ha anche telefonato al presidente della Repubblica. "Una telefonata cordiale" fanno sapere fonti della Lega, "in cui Salvini ha espresso il proprio stupore per le rivelazioni del quotidiano La Verità (preannunciando al capo dello Stato l'invio di una lettera), la preoccupazione per la situazione economica e l'amarezza per i pesanti attacchi di alcuni parlamentari della maggioranza di governo nei confronti della Lombardia duramente colpita dalla tragedia del Covid-19". "Diversi magistrati nei loro colloqui privati (intercettati nell'ambito del procedimento a carico del dottor Luca Palamara) concordavano su come attaccare la mia persona per la politica sull'immigrazione che all'epoca, quale Ministro dell'Interno, stavo portando avanti - scrive Salvini nella lettera -. L'avversione nei miei confronti è evidente al punto che, secondo quanto risulta dalle intercettazioni riportate sul quotidiano La Verità, uno dei magistrati, il dottor Palamara, pur riconoscendo le ragioni della mia azione politica, individuava nella mia persona un obiettivo da attaccare a prescindere. Intenzione che veniva condivisa da altri magistrati". "Come noto - continua Salvini - a ottobre inizierà l'udienza preliminare innanzi al GUP presso il Tribunale di Catania ove sono chiamato a rispondere dell'ipotesi di sequestro di persona per fatti compiuti nell'esercizio delle mie funzioni di Ministro dell'Interno, in linea con l'azione di governo tesa al contrasto dell'immigrazione clandestina. Per quanto si legge nell'articolo del quotidiano è proprio tale tema politico ad aver suscitato l'avversione nei miei confronti dei magistrati, protagonisti di quelle comunicazioni pubblicate". "Tutto ciò intacca il principio della separazione dei poteri e desta in me la preoccupazione concreta della mancanza di serenità di giudizio tale da influire sull'esito del procedimento a mio carico. Mi appello al Suo ruolo istituzionale - scrive il leader della Lega - quale Presidente della Repubblica e dunque Presidente del CSM, affinchè mi venga garantito, come deve essere garantito a tutti i cittadini, il diritto ad un processo giusto, davanti a un giudice terzo e imparziale, nel rispetto dell'art. 111 della Costituzione".

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