Adesso Di Maio nega il riscatto per Silvia Romano. Cosa dice da Fazio
Il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha rilasciato un'intervista a "Che Tempo che Fa", il talk domenicale di Fabio Fazio su Raidue, sul riscatto per Silvia Aisha Romano, sulla fase 2 e sulla tenuta del governo. Fabio Fazio, conduttore di Che Tempo che Fa", ha ospitato Luigi Di Maio partendo dal caso della liberazione della volontaria Silvia Aisha Romano, "Innanzitutto voglio stringermi intorno ai genitori di Silvia Romano. Hanno dimostrato una grande civiltà. Sono stati dignitosi anche di fronte all'odio verso la figlia. So che gli italiani sono altro, ma c'è stata una minoranza che si è comportata in modo osceno verso Silvia, una cooperante di soli 20 anni. Non dovevamo mostrare alle telecamere il suo ritorno? Accetto consigli e osservazioni, ma le critiche ci sono state per come era vestita e per il fatto che sorridesse. Noi non ci siamo preoccupati di questo, ci siamo preoccupati di riportarla in vita. Suo padre mi chiedeva se fosse viva, io avevo la prova in vita ma per non compromettere l'operazione non potevo dirlo al padre. Poi voglio dire che se non avessimo fatto entrare la stampa ci avrebbero accusato di censura, mentre per averla fatta entrare è diventato clamore. Silvia ha pianto per sei mesi in prigione e non si deve scusare con nessuno per aver sorriso". Per approfondire leggi anche: Silvia Romano, rissa tremenda tra Parenzo e Sallusti a Non è L'Arena Fabio Fazio domanda a Di Maio: "È possibile che un Ministro degli Esteri non sappia che sia stato pagato un riscatto?" e il titolare della Farnesina: "Immagino di no. Abbiamo seguito l'operazione e tutto quello che si doveva fare per portarla a termine. Se mi risultasse dovrei dirlo. E poi perché la parola di un presunto terrorista che avrebbe parlato a un quotidiano, vale più di quella di un governo? Silvia Romano è la più giovane dei nostri rapiti, dovevamo esclusivamente gioire" e si leva un sassolino dalle scarpe: "Le critiche vengono da chi dice dobbiamo aiutarli li, beh Silvia era lì nell'ambito di una cooperazione internazionale". Fabio Fazio affronta il tema della verità per Giulio Regeni: 'Perché c'è indulgenza verso il governo de Il Cairo?" e Di Maio: "Purtroppo non possiamo riportare indietro Giulio, possiamo fare emergere la verità. Adesso le Procure di Roma e de Il Cairo devono collaborare, si devono incontrare e portare avanti le indagini, ci sono già degli indiziati. Vorrei si arrivasse a un obiettivo concreto, ma non dobbiamo fornire pretesti perché si interrompa il dialogo. Ora l'Egitto ha l'omologo in Italia e ci impegneremo". Fabio Fazio tocca la fase 2: "Lei è tranquillo?", il Ministro scarica la responsabilità delle riaperture sulle Regioni: "Mi fido degli italiani. Si sono ben comportati, gli irresponsabili sono l'eccezione. Sono fiducioso, abbiamo sospeso le nostre garanzie costituzionali, ma da domani ristabiliamo i primi diritti. Comprendo anche la rabbia dei negozianti, gli staremo vicino non a parole ma a fatti. La responsabilità penale? Non esiste un precedente sulla convivenza con il virus quindi vediamo. Ho fiducia nei governatori delle Regioni, non è uno scaricabarile, ma saranno loro a gestire direttamente il territorio, noi lavoriamo sul tessuto economico sociale per gestire la crisi. Bisogna evitare di tornare al lockdown in agosto. I corridoi turistici? Dal 3 giugno sblocchiamo i trasferimenti da regione all'altra. Domani ho una call con gli omologhi stranieri, vorremmo muoverci liberamente nell'UE e cercheremo di salvare il salvabile dell'estate. Ce la metteremo tutta perché il turismo è il 15% del PIL". Sulla scricchiolante coesione del governo, Luigi Di Maio risponde: "Se dico a Conte stai sereno? Non lo direi mai per ovvie ragioni. Al netto delle divergenze c'è la consapevolezza di star progettando il futuro del paese", ma Fazio lo incalza sulle regolarizzazioni sostenendo che la sanatoria doveva essere per tutti e il Ministro degli Esteri fa melina: "Eh ma abbiamo dato aiuti al settore agricolo, alle colf, alle badanti usando il principio del buon senso. La crisi ci ha insegnato tante cose, ci ha insegnato che dobbiamo fare investimenti nel lavoro, nella sanita, nel rapporto leale con le regioni, credo che questa crisi abbia cambiato molto in noi stessi e dobbiamo interrogarci su cosa abbiamo imparato. Siamo impegnati a lavorare con questo governo nessuna nostalgia di quello precedente. Lo schema per ripartire è le regioni si occuperanno del proprio territorio e noi come governo progetteremo il futuro". Vago anche sulla dura polemica Bonafede e Di Matteo: "Credo che le posizioni si siano chiarite pubblicamente. Per Alfonso Bonafede parlano le leggi che ha firmato, compresa quella di rimettere dentro i boss di mafia scarcerati per Covid". Sulle diverse anime del M5S: "Storicamente abbiamo tante anime. Non penso alle dimissioni per tornare alla guida del partito, ognuno vuole dare il proprio contributo. Il Movimento non deve perdere la sua vocazione a governare. Non siamo un Movimento di opposizione". Infine sui rapporti tra Italia e Cina, Di Maio non ha esitazioni: "Stiamo scrivendo il futuro dell'Europa. Alcuni paesi del Nord, non la Germania, si sono arroccati sul loro ramoscello, ma non hanno capito che se cade l'albero cadono anche loro. L'Italia sarà sempre un ponte tra Occidente e Oriente e ne andiamo fieri".