Ecobonus e scuole paritarie, stavolta Conte rischia di perdere la poltrona
Cominciano le discussioni per cambiare il decreto
La tregua nella maggioranza è durata giusto tre mesi, quelli più complicati, in cui Palazzo Chigi ha dovuto fronteggiare l'inizio dell'emergenza Coronavirus. Dopo il decreto "rilancio" il governo sembrava poter tirare un sospiro di sollievo. Ma a rendere la vita difficile al premier Giuseppe Conte ci sono i contrasti tra i partiti che lo sostengono. Sono soprattutto due i temi che rischiano di deflagrare nei prossimi giorni, quando il Parlamento sarà chiamato a modificare il testo dell'ultimo provvedimento: i contributi alle scuole paritarie e l'ecobonus. Due temi su cui c'è una contrapposizione netta. Italia viva vorrebbe infatti che venissero allargati i fondi agli istituti: il decreto "rilancio" prevede di dare un aiuto soltanto a nidi e materne. In questo modo scuole medie e superiori private rischierebbero in tanti casi di chiudere. Ecco perché Matteo Renzi e i suoi hanno chiesto al governo di includere nel piano anche questi ultimi. Una proposta che però non è ben vista dalla sinistra della coalizione, che invece pone l'accento sulla necessità di dare più soldi alle fasce più povere, che stanno ricevendo il reddito di emergenza, e propone di non togliere l'Irap alle imprese che non hanno avuto un calo del fatturato negli ultimi mesi. Altro tema è l'ecobonus, che i renziani vorrebbero rendere possibile anche per i proprietari di seconde case (per ora è previsto soltanto per le prime). Renzi ha già avvertito il premier un paio di volte, starà a Conte provare a ricucire la sua maggioranza trovando un compromesso.