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Riaperture, Conte firma il dpcm: è fase 2

Silvia Sfregola
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La firma di Giuseppe Conte sul Dpcm arriva quasi al rush finale, ma c'è. La lunga attesa è finita e da domani, gradualmente, con prudenza, l'Italia riprende la strada verso la normalità. Il cammino è stato lungo e faticoso, però, con una trattativa tra governo e Regioni andata avanti fino quasi alle prime luci dell'alba della tormentatissima notte tra sabato e domenica scorsi. Lo strappo è stato sfiorato pericolosamente, con i governatori infuriati dal fatto che nel decreto del presidente del Consiglio - ricevuto solo dopo la conferenza stampa nel cortile di Palazzo Chigi - erano state escluse le linee guida consegnate e approvate da Roma soltanto 24 ore prima. Per approfondire leggi anche: Il nuovo dpcm [scarica il testo] L'accordo è frutto di una lunga mediazione, ma non tutte le Regioni hanno deciso di firmare l'intesa. È il caso della Campania, e Vincenzo De Luca lo rivendica: "Su alcune norme di sicurezza generale ritengo che debba pronuciarsi il ministero della Salute, non è possibile che governo e ministero scarichino sulle Regioni". Per approfondire leggi anche: De Luca non firma l'intesa Il governatore è determinato, come sempre, a far valere le sue ragioni. Nemmeno l'intervento del collega ligure Giovanni Toti (autore del 'lodo' che ha sbloccato l'impasse), la notte scorsa, è riuscito a fargli cambiare idea. Tra l'altro, l'ex sindaco di Salerno ha anche altri dubbi sulle nuove misure: "Che cosa significa che c'è un 'liberi tutti' dal 3 giugno? L'ho sentito dire tanto in questi giorni, anche dal premier in conferenza stampa, ma io ragionerò il 2 giugno per capire a che punto è il contagio, visto che abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti d'Italia". Per approfondire leggi anche: Conte si arrende inizia la nuova fase Il riferimento è alla norma del nuovo decreto che consente spostamenti senza limitazioni da regione a regione, dal giorno dopo la Festa della Repubblica, così come si riapriranno le porte del nostro Paese, al momento solo per chi viene da Paesi Ue, Stati parte dell'accordo di Schengen, Regno Unito e Irlanda del nord, Andorra, Principato di Monaco, San Marino e Vaticano. Entrando nel dettaglio del provvedimento, infatti, da domani ci sarà il via libera all'interno del proprio territorio di residenza senza dover esibire più l'autocertificazione. Tornano anche le Messe e le celebrazioni liturgiche, a patto che si rispetti il metro di distanziamento sociale, misura uniforme in tutta Italia, come richiesto dai Comuni. Inoltre, ingresso libero per i bimbi nelle aree giochi di parchi e ville pubbliche, che torneranno a divertirsi su scivoli e attrezzi. Dal 25 maggio riprendono l'attività anche palestre e piscine, centri e circoli sportivi con rigidi protocolli di sicurezza e divieto di assembramento: ognuno dovrà avere uno spazio di manovra adeguato. Dal 15 giugno, poi, via ai centri estivi e spettacoli dal vivo in cinema e teatri, con limitazioni di mille posti in ambienti aperti e 200 al chiuso. Restano sospesi, invece, crociere, sale giochi, sale scommesse, bingo e discoteche. Così come dovranno aspettare ancora i centri benessere e termali, i centri culturali e quelli sociali. Per queste attività ci vorrà ancora del tempo, quello che serve pure all'Italia per riprendersi dai danni della crisi sanitaria ed economica dovuta al coronavirus, che resta comunque il "nemico invisibile", sebbene, per dirla con le parole di Conte, "non possiamo più aspettare".

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