il flop
Coronavirus, sempre meno fiducia nei politici. Ci salverà un nuovo leader?
La casta e il castigo. Con il secondo che diventa punizione della prima, una classe dirigente in Italia, da troppi anni ormai, non all’altezza del proprio compito. La notizia l’ha data ieri la sondaggista Alessandra Ghisleri che in un suo intervento sul quotidiano “La Stampa”, tra le altre cose ha scritto: “Il tema vero è che la fiducia nei politici italiani oggi è al 4,6% - solo un punto percentuale più alta di quel periodo che ha portato Beppe Grillo al famoso Vaffa Day - il che ci spinge ad affermare con forza che la politica oggi non deve inseguire il consenso ma il buon senso”. Già, ma dove sta il buon senso oggi? Difficile individuarlo in una Italia che affronta la sua terza più grave crisi di fiducia dal 1993 ad oggi. E con l’aggravante di un virus a spasso. In principio a dare un duro colpo alla credibilità della politica italiana furono gli scandali svelati dall’inchiesta “Mani Pulite” a cui Silvio Berlusconi, con la ricetta di Forza Italia seppe dare una risposta di speranza. Era il 1994. Quattordici anni dopo, nel 2007, con la crisi di centrodestra e centrosinistra in Italia, arriverà l’anno del Vaffaday di Beppe Grillo, con il disincanto per la politica che si comincerà ad incanalare nei vaffanculo al Potere scanditi dai grillini. Oggi (anno 2020) con i grillini seduti al Potere assieme al Partito democratico e con il coronavirus che ha consumato in fretta le libertà degli italiani, la credibilità della nostra classe politica (grillini compresi) è quasi nulla. Ed è proprio questo nichilismo dirigente il rischio più grave che corre il nostro Paese. Una nulla soprattutto (ma non solo) politico, perché ci mancano l’élite. Con una incognita in più rispetto al passato. In ogni crisi profonda di rapporto tra classe dirigente ed opinione pubblica, è sempre avanzato un nuovo leader a fornire risposte. Nel 1994 fu Silvio Berlusconi. Nel 2007 Beppe Grillo. Nel 2020 chi sarà? Agli italiani l’ardua sentenza. Auguriamoci soltanto che non s’avanzi un coglione.