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E nel decreto Rilancio spunta il condono edilizio per il Sud. M5S e Pd corrono ai ripari
Non se ne era accorto nessuno, o almeno questa è stata la prima impressione a giudicare dalle reazioni nel governo. Fatto sta che ora lo spettro del condono nel decreto legge "Rilancio" crea un brivido dietro la schiena dell'esecutivo. Si lavora a palazzo Chigi per fare la sintesi sul dl, che molto probabilmente andrà all’esame del Consiglio dei ministri domani. Troppe ancora le tensioni sul provvedimento e soprattutto le richieste da parte dei singoli ministeri, oltre che dalle altre anime della maggioranza. Il premier Giuseppe Conte è convinto di poter fare quadrato e soprattutto dare lo sprint per partorire misure «poderose» per far ripartire l’Italia, che comunque continua a lottare quotidianamente contro il Covid-19. A creare tensione è però la misura spuntata nelle bozze in circolazione del dl, nel quale si prevedono due norme di condono edilizio per le regioni del Sud e per immobili già realizzati, ma non in contrasto con i piani regionali. «Condoni? No grazie» replica piccato Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle. «Il prossimo decreto del governo conterrà misure di fortissimo impatto per il sostegno e rilancio di famiglie e imprese e ne vogliamo andare orgogliosi. Cose di cui vergognarci non ne dovrà contenere» taglia corto. Anche dal Partito democratico arriva la bocciatura: «La stagione dei condoni è stata quella di altri Governi, non certo di quelli sostenuti dal Partito Democratico - avverte la responsabile ambiente, Chiara Braga - Rimettiamo in moto l’economia e l’Italia puntando su economia circolare, sostenibilità e innovazione». Da Italia viva trapela che il tema non è stato affrontato in alcuna riunione e ricordano «che gli unici condoni sono stati fatti da Lega e M5S». Altro nodo la cassa integrazione, che secondo le stime è stata erogata a un italiano su cinque che ne ha fatto richiesta. L’allarme resta alto, con Conte che ha assicurato di voler puntare sulla semplificazione amministrativa e della riduzione degli adempimenti burocratici e ha annunciato che «nel prossimo decreto legge di sostegno all’economia, introdurremo un meccanismo semplificato di erogazione della Cassa Integrazione guadagni in deroga, fondamentale per ampie categorie di lavoratori». Parole che non convincono Matteo Salvini che torna alla carica: «Troppa burocrazia e meccanismi complicati stanno affamando milioni di famiglie: ci auguriamo che di fronte a questi numeri il governo torni sui suoi passi e applichi misure più ragionevoli e procedure più snelle».