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Vogliono abolire le elezioni

Zaia, De Luca e gli altri sperano di capitalizzare il consenso acquisito grazie alla lotta al virus. Governatori in pressing: "In autunno ci sarà le seconda ondata, meglio votare a luglio". Muro del governo

Carlo Solimene
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C'è un altro fronte, oltre a quello delle aperture «differenziate» che agita in questi giorni i rapporti tra governo e le Regioni. Ed è quello delle elezioni. Che riguardano nel 2020 sei Consigli (Veneto, Campania, Liguria, Toscana, Puglia, Marche) e, dopo che l'esecutivo a causa dell'emergenza sanitaria ha rinviato la naturale scadenza primaverile, dovrebbero tenersi in autunno. Dovrebbero, appunto. Perché nella conferenza Stato -Regioni tenutasi giovedì i governatori hanno ribadito ufficialmente una posizione che era stata anticipata a suon di dichiarazioni nei giorni precedenti: dare la possibilità ai cittadini di tornare alle urne alla prima data utile. E cioè, calcolando tutti i tempi burocratici, a luglio. Il ragionamento è semplice: se tra maggio e giugno riapriranno tutte le attività fermate a causa del lockdown, se i cittadini potranno andare a messa, dal parrucchiere, persino a mare, perché impedire loro di recarsi alle urne, seppur con tutte le cautele sanitarie del caso? «Lo stato di emergenza sanitaria non è incompatibile con il diritto costituzionale dei cittadini di esprimere il voto elettorale in estate. Entro giugno è prevista la riapertura dell' intero Paese, per questo, come regioni che vanno al voto, chiediamo al governo di aprire la finestra elettorale nei mesi di luglio e agosto» ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti. «Il rischio vero è che se si rinvia troppo in là, si rischia poi di cadere nella seconda ondata di pandemia, secondo gli epidemiologi molto probabile in autunno, fra settembre e ottobre. A questo punto, si rischierebbe di rinviare le elezioni per almeno un anno rispetto alla loro scadenza» fa eco il presidente della Puglia Michele Emiliano. E il veneto Luca Zaia, qualche giorno fa, confermando che sullo stesso lato del fronte c' è anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca, si era lasciato andare a uno slancio di ottimismo: «Dal governo arrivano segnali incoraggianti in questo senso. Si parla del 12 luglio, penso che sia una data affrontabile»... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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