boss scarcerati
Salvini e la tentazione di Renzi: sfiduciare Bonafede
Matteo Salvini tende la mano ai vecchi alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, e strizza l’occhio a Italia Viva per fare uno sgambetto al governo Conte in Senato, dove i numeri della maggioranza traballano. Forse non è un caso che dopo i sondaggi che danno in calo il gradimento dell’attuale segretario del Carroccio, il centrodestra si ricompatti intorno alla mozione di sfiducia depositata a Palazzo Madama nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede «con le firme di tutti». Segno che, dice soddisfatto il leader della Lega, «se si lavora con buona volontà, si trova un impegno comune», smentendo «tutti quelli che scrivono che l’opposizione è divisa». Il Guardasigilli è tacciato in modo unanime dal centrodestra di «manifesta incapacità», sia per la vicenda Dap e le accuse avanzate dal pm paladino dei Cinquestelle Nino Di Matteo di presunte pressioni subite dal ministro sia per la scarcerazione dei boss mafiosi a causa di una vecchia legge che tutela la salute dei detenuti del 41bis e che Bonafede ora propone di cambiare. Un inedito per Forza Italia che, da tradizione, non supporta mozioni di sfiducia individuali. Per questo Salvini tiene a specificare pubblicamente che non si tratta di un «attacco a una persona», ma alla sua funzione: «Un ministero così importante deve preoccuparsi che durante il Covid i mafiosi stiano in galera e non che ne escano». Ma dalla Lega arriva anche un messaggio implicito a Matteo Renzi (il leader di Iv incontrerà Conte nei prossimi giorni proprio per discutere del caso Bonafede). «Conto che anche dentro la maggioranza ci sia qualcuno che si sta ponendo le stesse domande», dice Salvini senza giri di parole... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI