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Maggioranza divisa su tutto, dai migranti ai sussidi. E il decreto maggio slitta di nuovo
Continuano gli scontri in maggioranza e il decreto Maggio, attesissimo da cittadini e imprese, stenta a vedere la luce, al punto che anche questa settimana potrebbe non essere quella giusta. Troppi i nodi da sciogliere nella maggioranza, che continua a discutere sulle misure da inserire nel nuovo provvedimento economico. Per il momento l’unica certezza è la cifra messa sul piatto: 55 miliardi. Il problema è come dividere questi soldi per assicurare ossigeno a imprese, famiglie e lavoratori dopo il sanguinoso lockdown dovuto all’emergenza coronavirus. Si parte dal Cura Italia, con la conferma di cassa integrazione (altre 9 settimane almeno), bonus per partite Iva, autonomi e liberi professionisti aumentato a 800 euro, congedi parentali e bonus baby sitter (con utilizzo allargato anche a servizi per l’infanzia e centri estivi) e la proroga dello stop ai licenziamenti. L’intoppo, forte, resta il Reddito di emergenza: non basta che il M5S abbia accettato di trasformarla in una misura a tempo, Italia viva chiede di cancellarla e puntare sugli investimenti nel settore produttivo, rimpinguando il fondo indigenti per chi è al di sotto della soglia di povertà. «Non è con l’assistenzialismo che si fa ripartire il Paese, così sprechiamo risorse e distruggiamo il futuro dei nostri giovani», tuona Teresa Bellanova. La soluzione individuata per chiudere la partita sarebbe quella di rimodulare l’intera proposta, ma serve il via libera di tutta la coalizione. Non ci sono problemi, invece, per i due nuovi strumenti individuati: l’indennizzo per colf e badanti e l’allungamento di due mesi del contributo di disoccupazione per chi ha terminato Naspi e Dis-Coll tra marzo e aprile. Nel testo del dl maggio ci sarà spazio anche per un fondo compensativo dei danni subiti dal trasporto pubblico locale e per la proposta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, per rilanciare l’edilizia seguendo il percorso del Green new deal previsto dal programma di governo: «Un Superbonus pari al 110%, sia per gli interventi di efficienza energetica che di adeguamento sismico». L’obiettivo, spiega l’esponente M5S, è avere «una svolta storica sul piano economico e culturale per il nostro Paese, che si candida a diventare un modello per le politiche di sviluppo sostenibile a livello globale». Per i cittadini sarà anche possibile ottenere lo sconto in fattura e cedere la detrazione fiscale al 110% all’impresa, senza quindi alcun esborso economico. Inoltre, la norma non si applicherà solo agli interventi di per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici ma anche all’installazione dei pannelli fotovoltaici. Da questa misura il governo si aspetta «maggiore occupazione e la decisa ripresa delle costruzioni», spiega il premier, Giuseppe Conte. Che incassa, però, la bocciatura di Confindustria e Ance sul taglio dell’orario di lavoro per permettere ai dipendenti di fare formazione. Per Confcommercio, invece, la priorità è «riaprire prima e in sicurezza», non trascurando «una risposta efficace e tempestiva alla crisi di liquidità delle imprese con indennizzi e contributi a fondo perduto». Ci sarà spazio anche per turismo e cultura nei provvedimenti del dl maggio. Il ministro Dario Franceschini rivela che il governo lavora a un «tax credit vacanze», un bonus il cui importo è legato al numero di componenti delle famiglie, «da spendere entro il 2020 in strutture ricettive», oltre ad aiuti a fondo perduto per quelle aziende che sono state colpite più duramente dalla crisi e una norma che esenti bar e ristoranti dal pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico per sei mesi. Sottolineando, comunque, che il settore ha bisogno di regole europee comuni. Per cinema, teatro, spettacolo e tutto ciò che compone il mondo della cultura, infine, la somma stanziata è di circa 1 miliardo. Ora manca solo l’accordo definitivo nella maggioranza, ma su quello i lavori sono ancora in corso.