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Coronavirus, nel comitato anti-virus neanche un virologo

Sono venti le personalità scientifiche del Cts che hanno in mano il destino dell'Italia

Gaetano Mineo
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Il destino dell'Italia oggi è nelle mani di venti persone. E non parliamo certo del Governo guidato dall'Avvocato del Popolo, ma di professionisti che sono stati chiamati a mettere in atto tutte le iniziative per difendere gli italiani da una pandemia scatenata da un infernale virus cinese, battezzato nuovo Coronavirus, e di cui finora, nel mondo, pochi sanno di cosa si tratta. Parliamo, in sostanza, del Comitato tecnico scientifico (Cts), nato lo scorso 5 febbraio e più volte ridefinito nella sua composizione («anche in vista della fase di ripresa graduale delle attività sociali, economiche e produttive» ... riporta il relativo atto), fino all'ultima versione, quella partorita dalla Protezione civile con l'apposita ordinanza dello scorso 18 aprile. Come dire, un'esigenza di adeguare il Cts alla tabella di marcia del Coronavirus per rendere l'organismo più efficace. Ebbene, ecco l'ultimo Comitato tecnico scientifico: venti componenti, solo un virologo ma c'è anche un laureato in Economia e Commercio, un altro in Giurisprudenza. E c'è pure chi ama disegnare e suonare il pianoforte. Che in tempi di pandemia, certo non guasta. Per la cronaca: non c'è nessuna donna. Il che presupporrebbe che il Cts conosce bene l'essere femminile a tal punto di non aver bisogno di un suo rappresentante. E non c'è neanche nessun imprenditore, unico competente di una categoria che rappresenta milioni di lavoratori per cui lo stesso Cts dovrà decidere i loro destini. Ma conosciamo meglio i componenti. Massimo Antonelli, classe 1957, è direttore del Dipartimento emergenze, anestesiologia e rianimazione presso il Policlinico Universitario "A. Gemelli" di Roma è uno dei venti "saggi". (nella foto da sinistra Franco Locatelli; Giuseppe Ruocco, Nicola Magrini; Massimo Antonelli; Ranieri Guerra; Francesco Maraglino) Laureato in Medicina e Chirurgia, è specializzato proprio in Anestesia e Rianimazione. Del Cts fa anche parte Roberto Bernabei, classe 1952, direttore del Dipartimento Scienze dell'invecchiamento del Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma. Laureato in Medicina s'è specializzato in Medicina Interna e Malattie apparato cardiovascolare. Tra le sue competenze, quella sui “servizi di assistenza per l'anziano fragile mediante la creazione di modelli che dimostrano il costo-beneficio di un servizio di assistenza domiciliare integrata...". Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato, nelle trentasei pagine di curriculum in nostro possesso non c'è la data di nascita ma ci sono le sue 188 Pubblicazioni e i suoi 6 Manuali Editi a Stampa. Ranieri Guerra, classe 1953, rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, laureato in Medicina con specializzazione Igiene e sanità pubblica è stato anche capo-missione Oms per la copertura sanitaria universale in Repubblica Democratica del Congo. Francesco Maraglino, classe 1962, è direttore dell'Ufficio prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale del ministero della Salute con una laurea in Medicina e Chirurgia. E ancora. Luca Richeldi, classe 1963, professore ordinario di Medicina respiratoria, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, spicca particolarmente per le sue 238 pubblicazioni. Alberto Villani, classe 1958, è presidente della Società italiana di pediatria con una laurea in Medicina e specializzazione proprio in Pediatria. Agostino Miozzo, classe 1953, laureato in Medicina, ha girato mezzo mondo: dalla Ruanda a Kabul fino a Nord Corea in qualità di coordinatore della Protezione civile. Silvio Brusaferro (il primo nella foto accanto) è oramai il volto noto agli italiani presente in quasi tutte le conferenze stampa della Protezione civile e in diversi talk show televisivi. Classe 1960, Brusaferro è presidente dell'Istituto superiore di sanità, laureato in Medicina con specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva. Claudio D'Amario (accanto nella foto) classe 1958, laureato in Medicina e Chirurgia, è direttore della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute. Alla voce "Capacità e Competenze Artistiche" figurano la pittura, fotografia e cucina. Mario Dionisio, classe 1961, ha una laurea in Medicina e Chirurgia ed è direttore dell'Ufficio di coordinamento degli Uffici di sanità marittima-aerea e di frontiera del ministero della Salute. Achille Iachino, classe 1974, laureato in Giurisprudenza è direttore dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute. Sergio Iavicoli, anche in questo caso, nel curriculum non c'è la data di nascita, laureato in Medicina, Iavicoli è direttore del Dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene dell'Inail. Giuseppe Ippolito, (il primo nella foto in alto) anche lui volto televisivo oramai noto, classe 1954, è l'unico del Cts laureato in Medicina con specializzazione in Malattie Infettive ed è direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani". Franco Locatelli, classe 1960, è presidente del Consiglio Superiore di Sanità del ministero della Salute e con una laurea in Medicina, specializzazione in Scienze pediatriche ed ematologiche. Locatelli è un esperto di neoplasie ematologiche e coordina il protocollo nazionale per bambini con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi e leucemia linfoblastica acuta recidiva. Nicola Magrini, classe 1961, è laureato in Medicina con la specializzazione in Farmacologia Clinica. E oggi è il nuovo direttore dell'Agenzia Italiana del Farmaco. Giuseppe Ruocco, classe 1957, laurea in Medicina è segretario del ministero della Salute. Nicola Sebastiani, classe 1955, laureato in Medicina è generale dell'Esercito. Andrea Urbani, (niente data di nascita), laureato in Economia e Commercio è direttore della programmazione sanitaria del ministero della Salute. E, infine, Alberto Zoli (niente data di nascita), laureato in Medicina è in rappresentanza della commissione Salute designato dal presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome. In sostanza, questo è il Comitato tecnico scientifico che deve dare al premier le indicazioni che, a sua volta, lo stesso Giuseppe Conte dovrà trasferire in decreti che andranno a condizionare la nostra vita – come già fanno da circa tre mesi a questa parte -. Con annessa catastrofe economica e «guerra» Stato-Chiesa.

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