Quasi 500 miliardi di debito in 13 anni. Ecco il conto (drammatico) dell'Italia per il Coronavirus
La richiesta del governo al Parlamento: autorizzare lo scostamento di bilancio di 55 miliardi per il 2020. Ma c'è una tabella anche per gli anni successivi. E alla fine il totale è vertiginoso
Quasi 500 miliardi di deficit in più in tredici anni. E' questa la stima del conto drammatico che l'Italia potrebbe pagare al Coronavirus. Sentita la Commissione europea, infatti, il governo guidato da Giuseppe Conte ha richiesto «l'autorizzazione al Parlamento al ricorso all'indebitamento per l'anno 2020 di 55 miliardi di euro, 24,85 miliardi di euro nel 2021, 32,75 miliardi di euro nel 2022, 33,05 miliardi nel 2023, 33,15 miliardi di euro nel 2024, 33,25 miliardi di euro dal 2025 al 2031 e 29,2 miliardi di euro dal 2032». È quanto si legge nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al Def e alla richiesta di scostamento di bilancio al Parlamento per l'emergenza coronavirus. In totale circa 440 miliardi. «Attraverso le risorse aggiuntive - si aggiunge - che saranno rese disponibili con lo scostamento, il Governo intende realizzare interventi per aumentare il finanziamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, delle forze dell'ordine, del sistema di protezione civile e delle altre amministrazioni pubbliche che sono chiamate a dare una efficace risposta alla situazione emergenziale». Saranno, inoltre, ulteriormente potenziate le misure per il sistema delle garanzie a favore degli operatori economici pubblici e privati, la tutela del lavoro, con particolare riguardo alla sicurezza e alla garanzia della salute dei lavoratori, il sostegno ai settori produttivi maggiormente colpiti dall'emergenza sanitaria, anche attraverso un utilizzo adeguato della leva fiscale ed evitando politiche restrittive, e per il rafforzamento degli strumenti di protezione sociale. È inoltre indispensabile incrementare le risorse a sostegno della ripresa economica e produttiva e il recupero della competitività sui mercati internazionali, con interventi per la capitalizzazione delle imprese.