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La Fase 2 può attendere. Palazzo Chigi: nessuna riapertura fino al 3 maggio

Conte frena le Regioni: al lavoro per un programma nazionale

Davide Di Santo
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Nessuna accelerazione sulla Fase 2 dell'emergenza coronavirus da parte del governo. Palazzo Chigi smentisce infatti "le notizie sin qui filtrate circa l'apertura di attività produttive" o l'allentamento di misure restrittive "per lunedì prossimo sono prive di fondamento". Per la settimana prossima, fa trapelare il governo, rimangono in vigore le misure già previste, che scadono il 3 maggio, e non è prevista nessuna modifica. "Gli effetti positivi di contenimento del virus e di mitigazione del contagio si iniziano a misurare ma non sono tali da consentire il venir meno degli obblighi attuali e l'abbassamento della soglia di attenzione", spiega Palazzo Chigi che fa sapere che il premier Giuseppe Conte e alcuni ministri "per tutto il pomeriggio hanno incontrato una delegazione del comitato tecnico-scientifico e del comitato di esperti in campo economico e sociali di recente istituzione. Si sta lavorando a un programma nazionale che possa consentire una ripresa di buona parte delle attività produttive in condizioni di massima sicurezza. Un programma che integri una gestione organizzata e coordinata delle attività industriali, della logistica, dei trasporti e che tenga sotto controllo la curva epidemiologica nella prospettiva di un controllo della sua risalita senza che si torni ad affrontare situazioni di sovraccarico delle strutture ospedaliere". Per approfondire leggi anche: Fase 2 differenziata da nord a sud. Ecco il decreto del governo Dopo si è tenuta una ulteriore  videoconferenza tra il Presidente Conte, i ministri Boccia e Speranza e le delegazioni delle Regioni, dei Comuni e delle Province che fanno parte della cabina di regia. "Le Regioni hanno convenuto sulla opportunità di avere delle linee guida nazionali in modo da gestire in modo coordinato e uniforme questa ripresa delle attività economiche" fa sapere Palazzo Chigi. Sulle le misure che potrebbero essere inserite nel decreto sulla Fase 2  che dovrà andare in vigore dal 4 maggio ci sono varie ipotesi e indiscrezioni. L'orientamento del governo è che bisogna andarci con i piedi di piombo. La misura caldeggiata nei scorsi giorni dal viceministro Pierpaolo Sileri di consentire attività sportiva senza la limitazione dei 200 metri di distanza dalla propria abitazione, riferiscono fonti della maggioranza, è stata portata all'attenzione del governo affinché sia "oggetto di confronto e riflessione" per poter essere inserito nel nuovo Dpcm. Considerando che le palestre e le piscine, rimarranno chiuse ancora per molto, l'idea è quella di allargare da 200 a massimo 500 metri, dalla propria abitazione, la possibilità di fare jogging e sport ma sempre per "un tempo necessario" e da soli. Un piccolo passo avanti, "leggero ma percettibile" dicono all'Adnkronos fonti del governo, che richiederà la responsabilità dei cittadini nel rispetto delle regole, che saranno comunque soggette a controlli rigidissimi. Non è ancora sul tavolo invece l'ipotesi di riapertura di parchi e ville. Insomma la fase due partirà "non prima del 4 maggio", ma per bar e ristoranti "ci vorrà più tempo, questo almeno è al momento l'orientamento prevalente" dicono le stesse fonti del governo spiegando che prima della deadline del 4 maggio -superati dunque i due ponti del 25 aprile e della festa dei lavoratori- poco cambierà nella vita degli italiani. I dati, sull'andamento dei contagi, fanno ben sperare e si conta di avere una curva quasi a zero già dalla terza settimana di maggio, per questo il comitato tecnico-scoentifico sembra più cauto, mentre la task force dell'ex ad di Vodafone Colao vorrebbe accelerare dando ossigeno alle aziende, rendendo quindi più fattiva la rinascita. L'obiettivo è quindi quello di evitare il cortocircuito, mentre le pressioni delle regioni resta incessante. 

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