La replica di Palazzo Chigi: "Costretti alle spese dal decreto Dadone"
Con riferimento agli articoli di stampa pubblicati dal quotidiano Il Tempo il 12, il 14 e il 15 aprile 2020, relativi all'approvvigionamento di strumenti, attrezzature e dispositivi sanitari della Presidenza del Consiglio, ai sensi dell'art. 8 della Legge 47/1948, si chiede di pubblicare il testo di seguito riportato: Anzitutto, si rappresenta che tutte le informazioni riportate come oggetto di inchiesta sono reperibili, in piena trasparenza, in documenti pubblicati nell'apposita sezione «Amministrazione trasparente» del sito web del Governo. In questa sezione, infatti, sono pubblicati, tra gli altri e per preciso obbligo di legge, tutti i provvedimenti negoziali dell'amministrazione con piena evidenza della spesa sostenuta e del dettaglio dei prodotti. Tutte le informazioni, pertanto, sono riportate secondo criteri di massima chiarezza e trasparenza. Dalla lettura di questi documenti pubblicati nel «portale della trasparenza» appare anche evidente come gli approvvigionamenti sui quali si è incentrata l'attenzione abbiano avuto luogo attraverso il ricorso al mercato elettronico della PA (MePA). Quanto al merito delle questioni poste negli articoli, si fa presente che l'Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, al pari di qualsiasi altra amministrazione pubblica, è tenuta in ogni caso a porre in essere, anche a prescindere da questa fase di emergenza, tutti i rigorosi adempimenti di sicurezza e sorveglianza sanitaria, tutela e primo soccorso, obbligatori per ogni datore di lavoro, ai sensi del d.lgs. n. 81/2008, nei confronti di tutti i lavoratori (circa 3000 unità) in servizio presso tutti i propri Dipartimenti e Uffici di Presidenza. Negli articoli pubblicati si pone molta enfasi sul fatto che a Palazzo Chigi sarebbe stato «costruito un ospedale», peraltro prima ancora che si adottassero misure di contenimento della diffusione del contagio. In realtà, il presidio sanitario dislocato a via della Mercede è operativo dal lontano 1994, ed è stato pensato e posto a servizio di tutti i lavoratori distribuiti nelle 15 sedi, nonché delle varie autorità di riferimento. Per approfondire leggi anche: Mascherine, Conte fa lo spiritoso Il presidio sanitario ha sempre avuto in dotazione strumenti e attrezzature sanitarie varie, tra cui defibrillatori, bombole di ossigeno, camici monouso di comune impiego e così via. Questi strumenti e queste attrezzature debbono essere ordinariamente manutenuti e, se necessario, sostituiti, in base a specifiche disposizioni di legge. Gli acquisti di cui si ragiona negli articoli, riguardanti bombole di ossigeno, defibrillatori e camici sono stati effettuati nel quadro di una «ordinaria programmazione» dei fabbisogni del presidio sanitario della Presidenza del Consiglio dei ministri, che non ha nulla a che vedere con questa fase di emergenza. Lo dimostra il fatto che la data della determina di approvvigionamento (primo atto della procedura negoziale) risale al 14 novembre 2019, a fronte di una richiesta della responsabile dell'Ufficio sanitario del luglio 2019. La mera consegna, invece, è avvenuta alcuni mesi dopo: il 25 febbraio 2020, per le bombole d'ossigeno, e il 20 marzo 2020, per i defibrillatori (queste date e tutto l'iter negoziale è documentato nel portale della trasparenza ed è quindi di immediata consultazione). Anche l'acquisto dei farmaci rientra nel quadro di una «ordinaria programmazione» dei fabbisogni del medesimo presidio sanitario, e non riguarda questa fase di emergenza. In particolare, la data della determina di approvvigionamento risale al 14 novembre 2019. Dopo una prima procedura andata deserta, i farmaci risultano attualmente in fase di consegna. La responsabile dell'Ufficio sanitario ha richiesto, a protezione degli operatori sanitari, mascherine del tipo FFP3 nel periodo dell'emergenza. L'avvio della procedura è avvenuto il 2 marzo 2020 e ha riguardato il numero limitato di 500 mascherine del tipo FFP3, che a tutt'oggi non sono state ancora consegnate al presidio sanitario. Quanto agli acquisti di guanti, gel disinfettante e mascherine chirurgiche, si fa presente che il Ministro per la Pubblica Amministrazione ha emanato, il 25 febbraio 2020, una direttiva che ha imposto a tutte le amministrazioni pubbliche l'adozione di misure di igiene e di protezione a beneficio di tutti i dipendenti e di tutti coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l'amministrazione. Nei giorni successivi all'emanazione di questa direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione, il Responsabile del Dipartimento per i servizi strumentali della Presidenza del Consiglio ha avviato le procedure negoziali che hanno portato all'acquisto e alla consegna di 1250 litri di gel igienizzante, di 310 confezioni da 100 guanti ciascuna, di 11.600 mascherine chirurgiche. Altre 32.400 mascherine chirurgiche sono state pure ordinate e dovrebbero essere consegnate, in base all'originaria previsione a fine maggio. Questi acquisti, evidentemente, non sono stati effettuati sulla scorta di «informazioni riservate», come pure si allude negli articoli di giornale, bensì sulla base di una direttiva che il Ministro competente aveva emanato per tutte le pubbliche amministrazioni, quando ormai l'emergenza sanitaria era stata acclarata con deliberazione del Consiglio dei Ministri risalente a 25 giorni prima. I materiali di cui sopra non costituiscono «scorte clamorose» né tantomeno sono frutto di valutazioni «egoistiche» effettuate dagli Uffici della Presidenza del Consiglio. Sono quantitativi molto modesti se si considera il numero complessivo dei soli lavoratori degli Uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sono circa 3.000 e sono dislocati non solo a Palazzo Chigi ma in circa 15 sedi differenti e si considera, altresì, il limitato numero di ore suggerito per l'efficace utilizzo di una mascherina. Quanto all'utilizzo, le mascherine sono poste a disposizione di tutti i lavoratori che, per ragioni di spazio o di mansioni, non sono in condizione di rispettare le prescritte distanze di sicurezza durante l'espletamento delle loro funzioni. Infine, le mascherine sono poste a disposizione anche di ospiti che intervengono in riunioni che si svolgono negli Uffici della Presidenza del Consiglio, come possono confermare i medesimi rappresentanti dei partiti di maggioranza e di opposizione che hanno preso parte alle riunioni svolte a Palazzo Chigi.