le spese del primo ministro
Tv, sound system e microfoni. Giuseppe Conte è a posto pure col tele-lavoro
L’ultimo ordinativo di mascherine chirurgiche (più di 30 mila) è partito lo scorso 9 aprile da palazzo Chigi, dove continuano a rimpinguare le scorte anche se la maggioranza assoluta dei dipendenti è a casa ad operare con lo smart working. Giuseppe Conte vuole sentirsi tranquillo nel bunker dove è protetto come quasi nessun altro in Italia. E nello stesso momento in cui iniziava a ordinare materiale sanitario di varia natura per quella sorta di San Giuseppi Hospital che ha creato ora all'interno della presidenza del Consiglio dei ministri, si è messo in condizione di lavorare da remoto con le migliori attrezzature presenti sul mercato. Per approfondire leggi anche: Tutti contro il Giuseppi Hospital Qualcuno lo aveva colto guardando le foto-storie divulgate da Rocco Casalino sui video colloqui del premier con gli altri leader europei, ma c'è stata una sorta di rivoluzione tecnologica nell'ufficio di Conte con una serie mirata di previdenti acquisti ovviamente offerti al comandante capo dalle tasse degli italiani. Con una spesa di 16 mila euro sono stati infatti acquistati dalla Impianti spa «n. 4 sistemi mobili per la diffusione ambientale audio video degli interventi in conferenza», e con altri 11,016,72 euro più Iva è stata acquisita «una piattaforma di web conference». Con una cifra minore - 1.865 euro oltre Iva - sono stati acquistati 5 televisori LG di ultima generazione da 55 pollici. Non che mancassero monitor e apparecchi, ma insomma per parlare a distanza con Angela Merkel ed Emanuel Macron si è scelto di dotarsi del meglio a disposizione nei magazzini della Consip (che per le forniture ha prezzi fortemente scontati). A trattativa diretta è stato strappato un prezzo di 3.600 euro più Iva per acquistare anche «quattro Polycon SoundStation Duo, cavetteria e adattatori oltre a dieci microfoni omnidirezionali», anche questi utili alle videoconferenze di servizio. Poi siccome alcuni incontri si debbono chiudere con la firma a distanza e non è possibile apporla con la stilografica vecchio stile, sono stati acquistati da Poste Italiane «cinquanta lettori smart cart per FIRMA OK per un importo presunto di spesa di euro 570 oltre Iva». Dalla Vrm Italia poi dopo avere stipulato un preventivo di 9.800 euro più Iva, sono stati acquistati «codec CISCOCS-KIT-K9 Room kit con microfono integrato, altoparlanti e touch10 pollici», «monitor professionale 4k da almeno 49 pollici e non superiore a 60 pollici, con almeno due porte HDMI» e «monitor da 24 pollici con almeno una porta HDMI». E ancora, acquistati dalla Sistemi Hs spa per 3 mila euro più Iva «trenta HPE X130 10G SFP+ LC SR Transceiver». A questo punto si è pensato anche ai dipendenti della presidenza del Consiglio che sono stati tenuti a casa per il lavoro agile a distanza. Nonostante i bilanci faraonici di palazzo Chigi in cui il capitolo informatica non è affatto dei più sottovalutati, si è scoperto che non c'erano a sufficienza le dotazioni tecnologiche necessarie per l'occasione. Così in fretta a furia la presidenza del Consiglio dei ministri ha bussato ai magazzini della Consip acquistando per i suoi dipendenti a casa 150 PC portatili a 1.015 euro l'uno, Iva compresa e 150 licenze di Office professional a 529 euro l'una, anche qui Iva compresa. La spesa totale è stata di 189.862,50 euro più tasse.