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Coronavirus, guerra per mascherine e tamponi. Regioni contro il commissario Arcuri

Durissimo scontro in videoconferenza tra i presidenti della Regioni e il commissario Domenico Arcuri

Silvia Sfregola
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La gente contro le Regioni, le Regioni contro la Protezione civile. Ai tempi del coronavirus è tutti contro tutti: a raccontare la guerra esplosa in videoconferenza sugli approvvigionamenti mai arrivati di tamponi e mascherine è Il Fatto Quotidiano che riporta la lite del commissario alla Protezione civile, Domenico Arcuri con le Regioni più colpite dal Covid-19 e inferocite per la mancanza degli aiuti. "Se non siete in grado di rifornirci, facciamo da soli". La polemica scoppia tra l'assessore al Bilancio della Lombardia, Davide Caparini che chiede se mai avrebbero ricevuto quanto richiesto. A sua volta la risposta del commissario Arcuri scatena quasi la rissa in videoconferenza. "Allora comprate qualcosa anche per me" ribatte il commissario. "Altrimenti mi arrangio da solo con la nostra centrale acquisti e con le donazioni dei privati. Me lo dovete dire una volta per tutte, sennò queste riunioni sono solo una seduta di psicanalisi di gruppo” esclama l'assessore della Regione più colpita dal virus in termini di contagi e vite umane perse finora. Non sono arrivati i tamponi, le tute e le mascherine promessi. Non si sa quando saranno disponibili i ventilatori polmonari e c'è chi denuncia di aver ricevuto cose diverse da quelle richieste. Ma Arcuri sbotta contro Caparini: "Se la Lombardia va sul mercato per conto suo, come hanno fatto già altri come la Regione Trentino-Alto Adige, ti chiedo anche di comprare qualcosa per me”. Il commissario poi attacca anche Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione controllata dal ministero dell'Economia che sarebbe la prima colpevole dei ritardi. "Mi prendo carico delle responsabilità e dei risultati del commissario, ma non di Consip che è un fornitore della Protezione civile che quasi sempre non rispetta le tabelle di consegna". Anche il presidente della Regione Puglia, Emiliano interviene e si associa a quanto dichiarato da Caparini: “Se esiste un mercato parallelo che voi non riuscite a gestire, allora io compro da solo in base alle relazioni internazionali che ciascuno di noi governatori ha”. Pure l'Umbria è in ginocchio e lo denuncia la governatrice dell'Umbria, Donatella Tesei. “Ci servono camici impermeabili. E poi i caschi: a oggi consegne zero e lo stesso per le mascherine total face. Di tute per i sanitari ne abbiamo ricevute 164 in tutto quando ne occorrerebbero 130 al giorno. Attualmente abbiamo solo 13 posti in terapia intensiva, stiamo per andare in crisi: abbiamo un bisogno disperato e urgentissimo. Ma soprattutto se mi si dice che arriva una certa cosa, mi aspetto che poi arrivi davvero: ieri notte nei pacchi che ci avete consegnato abbiamo invece trovato tre carrelli e soli due respiratori rispetto a quelli su cui confidavamo. Per di più sono ventilatori cinesi e non sappiamo neanche se funzionino come è successo con altri”. Il commissario ribatte: “La fornitura cinese di adesso non ha niente a che fare con quella di dieci giorni fa quando fortunatamente ancora facevo l'amministratore delegato di Invitalia”.

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