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Giuseppe Conte, nel nuovo decreto coronavirus più libertà alle Regioni e multe fino a 4mila euro

Davide Di Santo
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Il premier Giuseppe Conte è tornato a parlare in una conferenza stampa in streaming al termine del Consiglio dei ministri odierno. Il decreto legge contro il Coronavirus firmato oggi prevede tra l'altro nuove modalità nel rapporto tra governo e Parlamento. "Un altro aspetto significativo è la regolamentazione tra i rapporti e gli interventi del governo e le Regioni", spiega Conte. Le Regioni possono dunque introdurre norme più restrittive in base alla situazione dell'emergenza a livello locale "ma rimane la funzione di coordinamento e omogeneità assicurato dal Governo". Inoltre viene prevista una sanzione pecuniaria aggiuntiva rispetto alle contravvenzioni già previste per chi non rispetta le regole per gli spostamenti da 400 a tremila euro, quattromila se il trasgressore guida un veicolo. Non è previsto il sequestro del mezzo. Leggi anche: Covid-19, il bollettino del 24 marzo. I morti tornano a salire ma calano i contagi Il premier si è poi complimentato con gli italiani che stanno rispettando le restrizioni per superare la crisi: "Sono soddisfatto e orgoglioso della reazione che tutti i cittadini stanno avendo. Le forze dell'ordine stanno facendo un attento monitoraggio ma la stragrande maggioranza di cittadini si sta conformando a queste nuove regole e nuove abitudini di vita", ha detto il premier. Conte ha poi detto che le bozze del decreto pubblicate in queste ore differiscono in alcuni punti dal testo approvato oggi. Ad esempio sulla proroga delle regole fino al 31 luglio 2020 contenuta in una versione preliminare del decreto, ha detto che lo stato di emergenza nazionale è stato dichiarato a monte per un lasso di tempo di sei mesi. "La data del 31 luglio non è la data di durata delle misure restrittive ma un termine astratto. Speriamo di rimuovere le restrizioni prima", ha detto Conte.  "Con questo decreto legge abbiamo anche regolamentato in maniera più puntuale e trasparente i rapporti con il Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io o un ministro delegato vada a riferire in Parlamento", ha detto Conte.  Sulle proteste dei sindacati che minacciano lo sciopero generale Conte ha detto: "I sindacati sanno che con loro la porta di Chigi e dei vari ministeri è sempre aperta. Io lavoro con loro non quotidianamente ma quasi, ritengo che la modalità migliore per assumere decisioni sia il confronto con tutte le parti sociali ma poi la responsabilità della decisione spetta al governo. La concertazione degli anni Novanta è un periodo storico da considerare superato. Sono convinto che non arriveremo alla precettazione, ho visto nel mondo sindacale e tra i lavoratori un grande senso di responsabilità e comunità fermo restando che dobbiamo garantire la sicurezza dei lavoratori" . A riguardo, i distributori di carburante hanno comunicato oggi una graduale chiusura delle pompe di benzina. La ministra "De Micheli farà un'ordinanza per regolare gli orari di apertura per i carburanti", ha detto il premier.  Sull'utilizzo delle forze armate nelle città Conte ha detto: "Stiamo già utilizzando l'esercito, sia per il personale sanitario medico militare, sia per le pattuglie dell'operazione strade sicure che stanno integrando il lavoro delle forze dell'ordine che è già efficace. Ora abbiamo anche il meccanismo sanzionatorio di una multa più onerose. Ma la tenuta dell'ordine pubblico non deve essere legata alla militarizzazione dei centri urbani".  "Io sono convinto che si uscirà migliori: questa è l'occasione per fare delle riflessioni che di solito non riusciamo a fare, presi dalle attività quotidiane, e in queste giornate abbiamo più tempo per riflettere e trarne il giusto insegnamento", è il messaggio del premier agli italiani in quarantena. 

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