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Emergenza coronavirus, Conte chiude l'Italia in uno show

Le nuove misure anti-contagio del premier Conte: stop a tutti uffici e fabbriche che non producono bene primari. Avanti solo chi lavora da casa

Franco Bechis
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Alle 23,51 l'Italia che ha ascoltato ieri in diretta l'ultima puntata del Giuseppe Conte show non ha idea che cosa potrà fare o non fare questa mattina. Il premier showman dopo avere annunciato, smentito, rinviato per tre volte le sue importanti comunicazioni agli italiani, alle 23,20 si è presentato in diretta facebook e ha annunciato dopo un prosaico giro di parole per l'ennesima volta che l'Italia chiude tutta. Ma non proprio tutta. Perché lui ha citato i supermercati che restano aperti, senza limitazione di orario (però alcune regioni lo hanno limitato), e i servizi pubblici essenziali. Fra questi ha detto che sicuramente restano aperte banche e poste, che tanto oggi sono chiuse, e i trasporti. E tutti gli altri? Abbiamo insistito fino a mezzanotte, ma non c'è stato verso di avere da palazzo Chigi l'elenco di chi stamattina svegliandosi può fare una cosa o non la può più fare. La sola risposta che abbiamo ottenuto bombardando di messaggi il portavoce di palazzo Chigi, Rocco Casalino a cui dicevamo di non avere capito nulla di ciò che ora si ferma (fino al 3 aprile provvisoriamente), è stata: “Cosa c'è da capire? Si chiudono tutte le fabbriche tranne quelle strettamente necessarie”. Una frase che non dice nulla, e sinceramente sono mortificato per voi lettori perché in 35 anni di mestiere non mi era mai capitato un governo che si comportasse in questo modo. Impensabile che si possano adottare provvedimenti di questa gravità senza informare nel dettaglio sia i lavoratori che i cittadini nel loro complesso. Ad esempio i lettori ci chiedevano prima di andare in stampa se i tabaccai e i benzinai fossero compresi nell'elenco dei servizi restati aperti o no. E dire che i soli uffici aperti possono essere quelli dove si lavora da casa, che significa? I commercialisti avevano già fatto presente di non poterlo fare. Quindi devono chiudere. E allora chiudi la riscossione delle tasse per tutti, perché non ci si può più rivolgere a un intermediario. Ovviamente speriamo che nelle prossime ore questo pressapochismo del premier venga corretto e l'informazione possa arrivare a tutti come deve essere. Ma non ci sin potrà dimenticare questa serata, che resterà nella storia della politica. E non della migliore di sicuro. Siccome in questa restrizione totale dei confini democratici che stiamo vivendo ancora per un po' è concesso esprimere opinioni anche critiche, scrivo qui la mia. Ci siamo sentiti dire che eravamo il paese del mondo che aveva adottato le più tempestive precauzioni. Poi che abbiamo adottato le misure “più rigorose” del mondo. E ancora che siamo “un modello per il resto dei paesi occidentali”. E siamo stati tempestati di slogan sulla Lombardia che ha “il migliore sistema sanitario” del mondo. Drammaticamente il solo primato mondiale che abbiamo raggiunto è quello del numero di morti per coronavirus, avendo alcuni giorni fa superato nei numeri assoluti la Cina, che ha 23 volte il numero degli abitanti dell'Italia. E con tutti questi slogan da pavoni riecheggiati nelle varie settimane, siamo privi di mascherine (ci hanno detto che non servivano, poi addirittura sono divenute obbligatorie per tenere aperti esercizi commerciali), privi di qualsiasi sistema di protezione, privi di ascolto ai primi sintomi della malattia. Il sistema sanitario della Lombardia è allo stremo, non si tengono in terapia intensiva persone deboli che con permanenza prolungata in quello stato forse potrebbero farcela, le famiglie dei malati più gravi non hanno notizie per giorni e quando qualcuno si fa sentire è solo per informarle del lutto. Ci sono carenze di approvvigionamento dei medicinali, non si curano quasi più gli altri malati, non si è stati in grado di prendere decisioni in gran segreto per evitare le drammatiche fughe di massa che hanno ormai con tutta evidenza trasportato il contagio nel Mezzogiorno di Italia e un po' qui anche al centro. I fatti hanno evidenza drammatica: peggio di così non poteva andare. E' possibile che in altri paesi (sicuramente la Francia e sembra anche la Spagna) si siano compiuti gli stessi identici errori, e che qualcuno faccia anche peggio di noi. Al momento però la Germania ha circa la metà dei contagi italiani e appena 68 morti, e quindi qualcuno sta facendo sicuramente meglio di noi. Forse drammaticamente perché lì si possono curare con 25 mila terapie intensive... Per approfondire leggi anche: Conte chiude tutta l'Italia. Cosa resta aperto adesso? 

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