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Conte striglia l'Ue: nessun Paese al sicuro, finanziare con ogni mezzo la risposta all'emergenza

Il premier Giuseppe Conte

Il capo del governo ai partner: il ritardo nella risposta comune sarebbe letale per tutti, dobbiamo assicurare ai cittadini cure e protezione

Marco Gorra
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Giuseppe Conte sbatte i pugni sul tavolo. Collegato in videoconferenza con gli altri leader europei, il presidente del Consiglio italiano non usa mezzi termini per far capire la gravità della situazione e la necessità di mettere in campo una risposta comune. A una crisi straordinaria e senza precedenti - questo il ragionamento del premier - si risponde con mezzi altrettanto straordinari, mettendo in campo qualsiasi strumento di reazione, secondo la logica del “whatever it takes” (letteralmente "qualsiasi cosa ci voglia"). Poi, Conte ha invitato tutti a non illudersi che ci potrà essere un Paese membro che potrà rimanere indenne da questo tsunami economico-sociale e ha invitato a considerare che il ritardo nella risposta comune sarebbe letale per tutti e per questo irresponsabile. Nessuno è al sicuro insomma, e prima ci si comincia a coordinare tra partner e meglio è.  La priorità è ovviamente la salute delle persone, con l'obbligo di assicurare ai cittadini europei le cure mediche necessarie e la protezione sociale ed economica di cui hanno bisogno. A questo approccio, scandisce Conte, "Non ci sono alternative". Se gli Stati membri dovessero procedere divisi, la risposta sarà inefficace e questo renderà l'intera Eurozona debole ed esposta alle reazioni dei mercati. Come finanziare questo programma? Tra gli strumenti possibili, Conte ha indicato i “coronavirus” bond o anche un fondo di garanzia europeo in modo da finanziare con urgenza tutte le iniziative dei singoli governi per proteggere le proprie economie.

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