l'emergenza sanitaria

Coronavirus, ora esplode il caso Salvini

Franco Bechis

La notizia è arrivata ieri a tarda sera: un agente di scorta all’ex ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, è risultato positivo al tampone del coronavirus. Non è in gravi condizioni, ed è degente a casa in quarantena. Era un agente che viaggiava sull'auto che seguiva quella di Salvini e quindi non aveva contatti ravvicinati con il leader politico. A nessun altro della scorta o dello staff è stato fatto al momento un tampone, e al momento nessuno accusa sintomi nemmeno influenzali. Lo stesso Salvini ha voluto rassicurare pubblicando un post su facebook appena diffusasi la notizia: «Sto bene», ha assicurato il leader politico aggiungendo: «Non sono mai stato a contatto con il ragazzo della Polizia che potrebbe essere positivo, e ovviamente farò tutto quello che le Autorità sanitarie mi chiederanno di fare, come ogni altro cittadino». Ovvio che la notizia abbia fatto il giro anche dei palazzi della politica, e perfino che possa avere creato qualche preoccupazione nell'incertezza dei particolari: proprio ieri si era svolto il vertice del centrodestra cui Salvini aveva partecipato insieme a Giorgia Meloni e ad Antonio Tajani. La cosa un po' meno ovvia e onestamente davvero barbara è che sia saltato una sorta di tappo nelle fila del Movimento cinque stelle, dove sembrava si stesse quasi sperando nel contagio di Salvini. Il peggio l'ha tirato fuori il deputato Fabio Trizzino: “Non chiede permesso di soggiorno il virus. Davanti a lui siamo tutti uguali ed è questo che ci mette paura ma in fondo rende giustizia all'umanità”. Fuori luogo anche il sottosegretario all'Interno Carlo Sibillia, che lo ha invitato alla quarantena: “Il virus non guarda il tuo nome, non guarda la tua posizione sociale o il tuo status da parlamentare. Tutti devono seguire le disposizioni del governo. La salute dei cittadini viene prima del consenso elettorale”. Poteva annodarsi la lingua in bocca pure il viceministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, che ha commentato: “Non si gioca sulla pelle degli italiani, sono certo finalmente ora anche Salvini lo avrà capito, perché il virus, è un nemico che non fa distinzione di razza o appartenenza politica”. Solo dopo questa corsa allo sciacallaggio che sembrava inarrestabile è intervenuto Vito Crimi, viceministro dell'Interno e capo pro tempore del M5s per mettere un freno alle sciocchezze: “E' un agente di polizia che fa il suo dovere e sono dispiaciuto per lui, il fatto che sia della scorta di Salvini mi sembra veramente un particolare non rilevante, ciò che conta è che guarisca presto lui e che né Salvini né i suoi colleghi siano stati contagiati...”. Il diretto interessato ha stigmatizzato: “Chi riesce a fare polemica anche su una possibile malattia, in alcuni casi arrivando ad augurarmi la morte, non merita risposta, al massimo un sorriso”. Non può blaterare di unità del paese chi -addirittura membro del governo o esponente del partito di maggioranza relativa- mostra di godere in questo modo stupido alle prime indiscrezioni sul contagio di un agente di polizia di scorta al leader dell'opposizione. Mostrano di non essere all'altezza né del momento delicato in cui ci troviamo, né della funzione da loro ricoperta. Sono bambini dispettosi nelle cui mani purtroppo ci sono le redini del governo in questo momento. Loro si divertono a fare i goliardi, noi pretendiamo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella una tolda di comando meno palesemente inadatta al dramma che stiamo tutti vivendo.