censura in vista
AgCom stanga Rai: più spazio a M5s
Trentasei pagine per motivare una decisione «monstre» e in qualche modo inedita. Così l’AgCom ha spiegato la multa di 1,5 milioni di euro alla Rai: attraverso un documento «zibaldone» che raggruppa una serie di episodi diversi tra loro e anche piuttosto controversi, dando adito inevitabilmente a una ridda di polemiche politiche. Stando all’Autorità garante per le Comunicazioni, Viale Mazzini avrebbe violato il contratto di servizio con una serie di forzature nei programmi di informazione e in quelli di intrattenimento. Nel mirino, in particolare, ci finisce il Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano, accusato di faziosità tanto nella politica interna quanto nella politica estera e nella cronaca. Tra gli episodi citati, un’edizione delle 20.30 del 28 febbraio 2019, sull’incontro ad Hanoi tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un, «il corrispondente afferma che "Trump è stato abile". Eppure, appena mezz’ora prima, lo stesso corrispondente, nell’edizione del Tg1 delle 20, aveva definito il vertice "un fallimento" definito una "battuta d’arresto"». E ancora, l’Agcom contesta un «editoriale» del Tg2 del 4 marzo 2019 nel quale si commenta ironicamente l’intervista rilasciata a Fabio Fazio dal Presidente Macron su Rai Uno. I rilievi al Tg2 non si fermano qui, ma Sangiuliano non ci sta e replica punto su punto: «Ci contestano l’affermazione "Trump è stato abile". Dov’è il problema? Sembra che in Italia ci sia l’obbligo giuridico di parlar male di Trump». E a proposito del «sarcasmo nei confronti dell’intervista di Fazio al presidente francese Macron - dice Sangiuliano - ritengo che il sarcasmo sia un ingrediente fondamentale del giornalismo e della letteratura mondiale. C’è divieto di criticare Macron?». Più in generale viene contestata all’informazione Rai, e in particolare sempre al Tg2, «la costante sottorappresentazione del M5s». Una pronuncia perlomeno paradossale, se si considera che i Cinquestelle sono stati i primi a «snobbare» a più riprese il mezzo televisivo. Il centrodestra si schiera compatto alla difesa del direttore del Tg2, ma l’AgCom «colpisce» anche altre trasmissioni, a partire dal Festival di Sanremo, cui si contesta «la scorretta rappresentazione dell'immagine femminile e il ruolo stereotipato della donna nelle trasmissioni Rai». Ma sono parole, quelle dell’Autorità, che si attirano critiche da più parti, anche dall’ex presidente Rai Roberto Zaccaria, che definisce l’atto «inaudito», «intempestivo», basato su «una casistica che è un fritto misto» e giudica il documento «un pericolosissimo precedente». «Un’Autorità che è in funzione da giugno 2012 e il cui mandato è stato prorogato due volte, non avendo mai adottato una simile modalità di intervento sui contenuti editoriali della Rai, improvvisamente adotta un provvedimento così rilevante oltre la fine del suo mandato» accusa Zaccaria. Che dice ancora: «Vengono messi insieme episodi di natura totalmente diversa, di peso totalmente diverso, giudicati con un’assoluta discrezionalità che sconfina nell’arbitrio». In controtendenza Michele Anzaldi di Italia Viva, che approfitta del documento per chiedere che «il governo valuti di negare a viale Mazzini una parte del canone, di fronte alle sanzioni per violazione del pluralismo e della Par Condicio». Per approfondire leggi anche: Niente nomine Rai, Salini in bilico