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Stop vitalizi, basta casta e no alleanze. Così il Movimento 5 stelle torna alle origini

Pietro De Leo
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È una manifestazione piena di tante cose, quella convocata oggi a Piazza Santi Apostoli, a Roma, dal Movimento 5 Stelle. È la piazza della rivendicazione di un tema originario, ossia quello dei vitalizi, e con sé la lotta ai privilegi. È la rivendicazione di una linea tenuta da ministro, Alfonso Bonafede, fino ad un paio di giorni fa a rischio stritolamento nel braccio di ferro Conte-Renzi. Leggi anche: I 5stelle cacciano Filippo Roma dalla piazza "Siamo qui non contro qualcuno ma per rivendicare il diritto ad essere il M5S. La piazza di oggi va oltre il tema dei vitalizi, siamo qui per dire che l'unico privilegio che deve avere un parlamentare è essere portavoce dei cittadini", dice Bonafede. Ma è anche la piazza di Luigi Di Maio, che si riaffaccia e respira il suo popolo dopo i mesi difficili, delle divisioni, delle sconfitte e delle dimissioni. Il suo ingresso sul palco viene accolto da un'ovazione vera e propria, e parte l'inno di Mameli. "Sono emozionato di vedervi in così tanti a riempire questa piazza e vi voglio bene sempre di più", dice il ministro degli Esteri. E poi aggiunge: "Questa è una piazza che ama l'Italia. Noi siamo i cittadini italiani che vogliono garantire a tutti uguaglianza e libertà. E lo facciamo amando il nostro Paese. Siamo orgogliosi di essere cittadini italiani". Applaudita anche Paola Taverna, vice presidente del Senato e paladina anti casta. E in chiusura Vito Crimi, attuale guida del movimento nella fase transitoria il quale chiama sul palco i due attivisti che hanno dato il "la" all'iniziativa.  Dice Crimi: "Qualcuno ci ha dato per finiti e pensava di prendersi tutto quello che noi avevano tolto, ma non avevano fatto i conti con voi, con i cittadini. Oggi dimostriamo che quello che abbiamo fatto finora, non si tocca: il reddito di cittadinanza, lo spazza-corrotti, l'abolizione dei vitalizi e nessuno deve mettere il becco sulla prescrizione". La piazza, è invasa da un'onda gialla. I cartelli prestampati sono con gli slogan tipici: “non ci arrendiamo”, “fermiamo la casta”, ma anche un “no alle alleanze” che la dice lunga sul clima in vista delle regionali. E poi c'è l'immancabile coretto “onestà-onestà”. Qualche momento ad intensità più alta quando arriva Filippo Roma, l'inviato delle Iene (i suoi servizi fecero scoppiare la grana dei rimborsi), accolto da una selva di fischi e cori non proprio aulici. Intervengono il deputato Sergio Battelli e l'europarlamentare Dino Giarrusso (ex collega di Roma) per riportare la calma. Ma il giornalista viene "scortato" fuori dalla piazza.

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