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Senza Sardine non sei nessuno

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È gara tra ministri e sindaci Dem a incontrarli

Pietro De Leo
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Vi sentite soffocati dal Pil con il segno meno, la minaccia del Coronavirus e la produzione industriale in picchiata? Respirate a pieni polmoni l'aria delle Sardine. L'aria fritta delle Sardine. Eh sì. Continua la stucchevole e surreale epica del nulla, di questo gruppo di trentenni scesi dal Pianeta del Sapone ad istruire il mondo. Dopo la missione in Emilia Romagna, dove sostenuti dal generone della sinistra intellettuale, mediatica e sindacale hanno riportato quote di elettorato d'area alle urne, ora nuotano in un oceano di vuoto pneumatico. Ma ormai, da totem del politicamente corretto, nessuno ne rifiuta i consigli. Quello che pare resistere è Giuseppe Conte, il quale però, a quanto pare, ha avuto con loro un colloquio telefonico. Nel frattempo le sardine lombarde sono state ricevute dal Sindaco Giuseppe Sala, con il quale hanno parlato di odio sul web. E al governo hanno messo a segno due incontri mica da poco, i ministri Giuseppe Provenzano (Mezzogiorno) e Francesco Boccia (Affari Regionali). Al primo hanno lanciato la fantasmagorica proposta di un «Erasmus» in Italia, un interscambio universitario di studenti su e giù per la Penisola. Davvero una genialata, considerando la portata dello spopolamento nelle regioni meridionali. E meno male che la portavoce delle Sardine della Calabria ha detto che quella proposta non aveva «portata centrale», altrimenti non lo avremmo capito. Così come rivoluzionaria appare l'altra idea, ossia quella di «portare a Taranto l'Unione Europea per spiegare cos'è questo Green New Deal», con «esperti internazionali». A Boccia, invece, hanno raccomandato che il percorso dell'autonomia avvenga nel rispetto della Costituzione. Siamo sicuri che da solo non avrebbe mai avuto questa premura. Ma chi crede che il mantra originario dell'antifascismo sia stato abbandonato sbaglia. Perché la mobilitazione prosegue. Anzi, organizzeranno un vero e proprio tour ispirato alla partigiana Tina Costa, che toccherà tutte le regioni in cui si vota, per simboleggiare la «resistenza delle nuove generazioni». Ovviamente all'incubo Salvini, i «populisti» ecc. Così, porteranno in viaggio la «Sardina gigante di piazza San Giovanni». Emozionante, senz'altro. E a proposito di Piazza San Giovanni, val la pena di ricordare alcune grandi, rivoluzionarie proposte che vennero lanciate nel corso di quella manifestazione. Roba come: «la violenza venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica in ogni sua forma». Oppure la pretesa che «chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali». Cioè, fai il ministro, non puoi avere un tuo profilo facebook. E ancora «ripensare il decreto sicurezza» (subito convertito nell'intenzione di abrogare visto il rumoreggiare della folla) oppure la trasparenza nell'utilizzo che la politica fa dei social. Robe moraliste, trite e ritrite. E allora la domanda viene spontanea. Possibile che nell'enorme schiera di estimatori che le Sardine vantano nel mondo dell'intellighenzia radicalchic qualcuno non abbia pensato di aiutarli a formulare una decina di proposte un minimo più serie, magari contestabili, ma quanto meno strutturate? Così loro sarebbero andati meno allo sbaraglio. E noi ci saremmo annoiati di meno.

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