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Umberto Bossi a Matteo Salvini: se porti la Lega al sud, al nord non ti votano più

Davide Di Santo
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"Al Senato mi hanno chiesto di quale partito ero membro e io gli ho risposto che sono della Lega Nord. Ma la sigla non era prevista, a insistere sarei finito nel gruppo misto. Allora ho aderito al gruppo Lega per Salvini premier, per forza di cose. Ma una tessera nazionalista mica fa per me. Ci sono tanti militanti che non approverebbero. Molti sono già andati via, attirati dal movimento Grande Nord di Roberto Bernardelli". Umberto Bossi richiama alla vocazione federalista e territoriale della Lega guidata da Matteo Salvini. Il fondatore della Lega in una intervista a Repubblica spiega che tanti militanti ""soffrono perché la Lega ha tolto la parola al Nord. Ma non è finito il mondo. Un recupero è possibile(...). Evidentemente anche cambiando leadership. Leggi anche: Bossi a valanga: col c... che è il funerale della Lega Per il Senatur "con la linea nazionalista neanche in Emilia c'era da pensare di vincere. Bonaccini è stato bravo ad agganciarsi per tempo al treno di Lombardia e Veneto, con il progetto del regionalismo differenziato". "La Lega nazionalista invece gli ha concesso uno spazio che doveva essere il suo. Come non capire che il popolo emiliano vuole raggiungere il traguardo dell'autonomia, sul modello di Zaia e Fontana. Era la prima cosa da offrirgli. Altro che prima gli italiani, per quello basta e avanza la destra nazionalista. Ora spero sia chiaro: se trasferisci la Lega al Sud, poi diventa più difficile chiedere il voto alla Lombardia, al Veneto e all'Emilia". 

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