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Il finto mea culpa delle Sardine: noi da Benetton a titolo personale

Davide Di Santo

Le Sardine si pentono, ma solo di essersi fatti immortalare con Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Non dell'incontro in sé. "La foto con Benetton? È stata un’ingenuità perché ha offerto un assist a tutti quelli che non vedevano l’ora di screditarci. È stato un errore, prima o poi doveva capitare", spiega infatti il leader del movimento anti-sovranista Mattia Santori al Corriere sottolineando: "Ma anche chi ci apprezza deve capire che non siamo infallibili". Santori, in visita al centro di formazione Fabbrica di Treviso, prova pure a spiegare che lui, l'azionista di Atlantia, lo ha un po' snobbato: "Io non ho nemmeno parlato con l’imprenditore. E a tavola mi avevano riservato un posto vicino a lui ma ho preferito rimanere in mezzo ai ragazzi". E poi: "Noi quattro siamo andati a titolo personale, non in quanto rappresentanti delle Sardine. Capisco che altri non lo avrebbero fatto". Intanto sui social delle 6000 sardine continuano le proteste dei "pesciolini" con una valanga di commenti critici: ma come, protestate contro Matteo Salvini e i sovranisti poi andate a braccetto coi poteri forti. Ora avranno capito che no, non sono proprio infallibili.