Tanto arrivano lo stesso
Presidente Conte, è demagogia fermare i voli da e per la Cina
Sono già 32 i sospetti malati di coronavirus ricoverati allo Spallanzani di Roma, ma gli unici due casi certi (un terzo sospetto è arrivato ieri a tarda sera) sono quelli della coppia di sposi sessantenne ricoverata dopo che avevano avuto sintomi del male all'Hotel Palatino della capitale. Per approfondire leggi anche: Anche in Usa è terrore coronavirus Il bilancio del contagio in Italia come nel resto di Europa è destinato ad aumentare, ma al momento non solo non si può parlare di pandemia, ma nemmeno di epidemia. Il rischio che possa diventarlo c'è, ed è inutile negarlo perché è legato alla tardività delle misure di contenimento e prevenzione adottate dalla Cina, dove la verità è stata raccontata assai tardi. Migliaia di cinesi a contagio già esteso sono usciti e rientrati dal loro paese, e potrebbero avere esteso l'epidemia in tanti altri paesi. E' questo il vero rischio, anche perché prima che partisse un minimo di operazione trasparenza e si capisse l'estensione del virus i cinesi di tutto il mondo si stavano preparando al loro Capodanno. Una festa che è un po' come da noi il Natale: si riuniscono le famiglie. I più partono dai paesi in cui sono emigrati per andare a festeggiare con la famiglia in Cina, ma il viaggio avviene anche sulla rotta contraria. Il Capodanno è stato poi annullato, ma solo in extremis e ormai tutti si erano già mossi per riunire le famiglie: c'è stato un gran movimento di cinesi proprio quando era importante fermarli. Ci sono poche cose da fare ormai. I pericoli non vanno sottovalutati, ma è chiaro che il rischio è limitato a chi in queste ultime settimane è andato o venuto dalla Cina. Se sono restati fermi in Italia i poco meno di 300 mila cinesi residenti non hanno possibilità di contagiare nessuno, esattamente come gli italiani restati a Torino, Milano, Roma, Napoli o Palermo. Quindi non ha senso perdere la testa, né mettere nel mirino la sola comunità straniera che era ben integrata con gli italiani, senza provocare casi clamorosi di discriminazione o razzismo. Magari l'untore di turno potrebbe essere un italiano, un inglese, un tedesco, un francese o un americano che nelle ultime due settimane sia andato e venuto dalla Cina. Anche per questo l'idea del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di chiudere i cieli italiani ai voli da e per la Cina è simile a chi pensi di fermare l'acqua del mare con una mano. Perché sia utile a qualcosa bisognerebbe chiudere i cieli del mondo: chiunque potrebbe partire dalla Cina, atterrare a Parigi, Madrid, Londra, Francoforte e poi da lì arrivare indisturbato in Italia. E non lo sapremmo nemmeno: proprio ieri l'agenzia europea per la sanità Ecdc ha chiarito che non servono quasi a nulla gli scanner aeroportuali, perché si tratta di semplici rilevatori termici della temperatura corporea di chi sbarca. E se uno non ha già la febbre addosso, passa indisturbato pur essendo portatore del virus, che ha una lunga incubazione. Minimizzare troppo quindi potrebbe avere l'effetto opposto di quello desiderato da chi lo fa, perché il moltiplicarsi inevitabile di casi di infezione farà sembrare false le rassicurazioni ricevute e il “tutto sotto controllo” ripetuto ossessivamente dalle autorità di governo. Perfino se i numeri assoluti fossero piccoli. Meglio dare spiegazioni approfondite, non lasciare la gente al consiglio fai-da-te e fornire prudenti avvertenze igieniche per limitare qualsiasi diffusione del contagio (perfino quelle banali, come lavarsi spesso le mani e cercare di tenersi a una certa distanza da chi tossisce, perché oltre i due metri sembra che il virus non si trasmetta). Certo nel tentativo di non creare allarmi c'è la preoccupazione evidente di tutti i governi occidentali di non creare un panico che potrebbe avere grandissime conseguenze economiche. Anche pochi casi potrebbero incidere sui flussi del turismo, e certo sui consumi dei residenti. Ma se l'epidemia in Cina non si spegnesse in tempi brevi, questo sarà comunque inevitabile. Nella speranza che questi viaggi poco controllati e fermati troppo tardi non abbiano già fatto la frittata nel continente più a rischio, l'Africa dominata dai cinesi. Le condizioni igieniche di molte regioni e la scarsa profilassi possibile per i governi locali sono il tallone di Achille della possibile pandemia. Con tutte le conseguenze che questo potrebbe provocare anche sul tema delle migrazioni in Italia.