Flop M5S in Emilia Romagna: la culla dei grillini diventa la loro tomba
L'Emilia-Romagna continua a tingersi di rosso, ma di un rosso desaturato e meno intenso del suo tradizionale tono nella regione roccaforte della sinistra. Il Movimento 5 Stelle racimola uno stentato 4,7% nella regione in cui ha emesso i primi vagiti organizzativi e in Calabria non raggiunge il quorum per entrare in Consiglio regionale. Per il Movimento, ormai rinominato M5%, è un flop senza attenuanti. Forza Italia in Emilia registra una percentuale del 2,5% che precede l'estinzione, ma compensa la débacle con la Calabria dove elegge il presidente e si attesta primo partito del centrodestra. Fratelli d'Italia continua la sua ascesa con l'8,7%, raddoppiando i consensi rispetto alle scorse europee. Bonaccini si riconferma con il 51%, tre punti in più rispetto ai voti raccolti dalla sua coalizione, e si giova del voto disgiunto proveniente dal centrodestra e dai Cinque Stelle. Infatti, la Bergonzoni ottiene il 43,6%, mentre la somma dei partiti in suo sostegno consegue il 45,4%. Il Pd perde 10 punti percentuali a cui vanno sottratti, potenzialmente, ulteriori consensi riconducibili a Italia Viva che non presentando la lista ha edulcorato l'erosione dei Dem. In primavera con le elezioni in Toscana verificheremo la forza di Renzi. Il dato su cui riflettere nel voto in Emilia è l'affluenza del 67%, che lievita di trenta punti rispetto alle precedenti regionali, quale effetto della polarizzazione dello scontro politico indotta dal leader del Carroccio. La martellante campagna elettorale di Matteo Salvini sul suolo emiliano-romagnolo ha provocato la reazione aggregante dell'insieme antisalviniano che ha disinnescato la spallata al governo Conte II. Le Sardine hanno mobilitato un voto emozionale nonostante i loro portavoce si siano esibiti nei circuiti mediatici con un'impudente ignoranza e con una espressività priva di arguzia intellettuale. Il loro apporto senza prospettive per i limiti palesati verrà confinato alla contingenza elettorale e consegnato all'immediato oblio. È stato un errore massimizzare un'aspettativa di interruzione della legislatura in relazione all'esito elettorale dell'Emilia-Romagna che rischia di minimizzare l'oggettiva preponderanza del centrodestra che governa 13 regioni su 20. In Calabria la forzista Jole Santelli vince con un distacco di 25 punti sul candidato della sinistra Filippo Callipo con il centrodestra che aggiunge nel pallottoliere una regione che scorre da sinistra a destra. L'irrisorio bottino elettorale dei grillini modifica l'asse politico del governo che si sbilancia ancora più a sinistra con un Parlamento che annovera una forza politica depotenziata e priva di rappresentatività. Può un Paese sopportare l'introduzione di aberranti dispositivi legislativi, come l'abolizione della prescrizione, di cui sono alfieri i Cinque Stelle che sono stati ridimensionati senza alibi dagli elettori? Le velleità dei grillini sono incompatibili con l'esigua dotazione elettorale di cui sono attualmente depositari. Le consultazioni regionali ci consegnano un formato politico bipolarizzato, tanto è vero che in Emilia-Romagna il 95% dei votanti si è espresso su Bonaccini (centrosinistra) e Borgonzoni (centrodestra), archiviando la complicazione del quadro tripolare con il Movimento sfiammato e in deperimento irreversibile.