scenari

L'Emilia Romagna salva Conte e Zingaretti

Dario Martini

Stefano Bonaccini salva il Pd. E di riflesso il governo rossogiallo. Il candidato del Pd ha ottenuto il 51% dei voti. La sua rivale, la leghista Lucia Borgonzoni, si è fermata al 43%. Il candidato del centrosinistra in Emilia Romagna è riuscito, praticamente da solo, a fermare l’onda leghista cavalcata da Matteo Salvini, il quale aveva trasformato questa elezione in un «avviso di sfratto» da recapitare a Conte e ai partiti che lo appoggiano. Zingaretti ha dato il merito del successo a Bonaccini e ha detto grazie anche «alla straordinaria forza delle Sardine». Ad aiutare il candidato Dem è stato anche il cosiddetto voto disgiunto, da lui richiesto esplicitamente alla vigilia. In poche parole, ci sarebbe stata una fetta cospicua di elettorato grillino che, pur di non consegnare la Regione al centrodestra, si sarebbe spostato su Bonaccini. Il M5s, che non ha accettato di correre assieme al Pd, con il suo candidato Simone Benini ha avuto un vero e proprio tracollo.  Per approfondire leggi anche: Salvini si schianta sul muro rosso La vera novità, rispetto a cinque anni fa, è stata l’affluenza alle urne: 67,6%. Si è capito subito, fin dal primo dato diffuso a mezzogiorno, che gli emiliani e i romagnoli hanno preso molto sul serio questa chiamata elettorale, con il 23,44% di persone accorse alle urne, il doppio rispetto al 2014, quando sempre alle ore 12 l’affluenza si era attestata al 10,77%. Ma per rendersi conto che la risposta dei cittadini era significativa bastava guardare cosa stava accadendo di fronte ai seggi, con le lunghe file un po’ ovunque. Così, l’ottimismo ha iniziato a serpeggiare nel centrosinistra. Stefano Bonaccini si è sbilanciato e lo ha scritto pure su Facebook: «Oggi vinciamo noi. Oggi vince l’Emilia Romagna». Anche Matteo Salvini ha voluto lanciare il suo messaggio con una video-diretta sul social: «Buon voto a tutti. Non farò dichiarazioni elettorali, ma votate bene. Votate bene cittadini dell’Emilia Romagna e della Calabria. Pensate al vostro futuro, al futuro delle vostre famiglie e dei figli». In serata, poi, all’arrivo delle prime proiezioni, Salvini si è detto comunque molto felice a prescindere dal risultato finale, «perché già stato un grande successo il fatto che ci sia stata una partita aperta in una Regione dove in 70 anni non c’è mai stata». A trainare il voto c’hanno pensato le grandi città. A partire dal capoluogo di regione. Al liceo Sabin di Bologna, ad esempio, le code sono aumentate a dismisura in tutto il corso della giornata. «Erano anni che non vedevo tanta gente andare a votare - ha commenta Annamaria, 72 anni, pensionata - mi fa piacere. Sì, ho aspettato un po’ prima di poter votare, ma va bene, è un bel segnale». Anche l’ex premier Romano Prodi, che ieri mattina è andato a votare con la moglie Flavia, si è detto contento di aver trovato la fila nel suo seggio al liceo Galvani di Bologna: «È un bel segnale di democrazia». Code si sono registrate anche nel seggio dove ha votato Borgonzoni, alla scuola De Amicis: «Mi sembra che sia venuta più gente rispetto alle elezioni precedenti». Alle 19, l’affluenza ha toccato il 58,82%. Un vero e proprio boom, se si pensa che nelle precedenti consultazioni del 2014, alla stessa ora il numero di elettori ai seggi si era fermato al 30,89%. A infondere fiducia alla sinistra sono stati anche... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI