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Il paradosso della sinistra. Chiedono unità e fanno un partitino all'anno

Pietro De Leo
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Basta, pietà. Ieri Pierluigi Bersani, intervistato da Repubblica, ha detto: «Serve una cosa nuova, una sinistra dei tempi nuovi, siamo pronti». Chissà, forse è la risposta al segnale di fumo di Zingaretti, che qualche giorno fa ha parlato di trasformare il Pd in qualcos'altro, ed il nome che girava per la nuova forza era "i Democratici", come il vecchio partito di Prodi creato negli anni '90 estinto (il partito, non Prodi ovviamente) con l'arrivo del nuovo millennio. Per approfondire leggi anche: Protesta e libertà, la lezione di Cremaschi alla sardina Comunque, pigiate il tasto rewind e andate alla «vocazione maggioritaria», evocata da Veltroni nel 2007, quando il Pd muoveva i primi passi. Altri non era se non l'obiettivo di rappresentare l'unico punto di riferimento per gli elettori di un'intera area. Buonanotte. Perché da quando c'è il Pd la sinistra è diventata un allevamento di partiti e movimenti. Prendendo come anno di partenza il 2007, considerando le scissioni in largo del Nazareno e le liti ancor più a sinistra, ne abbiamo contati 16. Breve riassunto. Il Pd nasce dal matrimonio tra Ds e Margherita, e però c'era già chi non voleva essere della partita, cioè alcuni Ds che non entrarono nella nuova casa ma ne costruirono una propria, “Sinistra Democratica”... SE VUOI CONTINUARE A LEGEGRE CLICCA QUI

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