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La Consulta inizia il tiro a Salvini

Italiani condannati a governi decisi da congiure di palazzo. Pronto il plotone di esecuzione sul caso Gregoretti per farlo fuori dopo il voto in Emilia Romagna

Alberto Di Majo
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[TESTO-BASE]Il referendum richiesto soprattutto dalla Lega per modificare la legge elettorale in senso maggioritario è «inammissibile». La decisione della Corte costituzionale è tecnica eppure scatena le reazioni politiche, con il segretario del Carroccio Matteo Salvini che parla di «vergognosa bocciatura», il Pd che lo attacca e il M5S che tira un sospiro di sollievo. Nei fatti viene rafforzato il patto tra Dem e grillini per una riforma elettorale proporzionale (con sbarramento al 5%). Dunque niente da fare. Il referendum elettorale proposto da otto Regioni, tutte guidate dal centrodestra, che avrebbe avuto l'effetto di annullare la parte proporzionale della legge elettorale, trasformandola di fatto in maggioritaria, non ha trovato il via libera della Consulta perché il quesito proposto era «eccessivamente manipolativo». Nello specifico, l'alta Corte ha spiegato che «la richiesta è stata dichiarata inammissibile per l'assorbente ragione della eccessiva manipolatività del quesito referendario, nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito la autoapplicatività della normativa di risulta». Cioè: con il sì al referendum non ci sarebbe stata una legge elettorale immediatamente applicabile. Attacca Salvini: «È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica». Replica Emanuele Fiano (Pd): «La Corte costituzionale ha parlato e ha dichiarato inammissibile il referendum sulla legge elettorale proposto dalla Lega e Salvini che fa? Attacca la Corte, urla vergogna, accusa Pd e 5S di essere attaccati alle poltrone. Cioè un politico, delegato dai suoi elettori al potere legislativo, attacca un supremo e indipendente organo dello Stato, che ha il dovere di giudicare solo in base alla Costituzione. Questa è la Lega, attaccare sempre e comunque qualunque potere indipendente di una democrazia liberale che si fonda sull'equilibrio dei poteri». Il ministro e capo politico del M5S Luigi Di Maio spiega: «Seguiamo la strada del proporzionale affinché tutti i cittadini italiani siano effettivamente rappresentati in Parlamento» mentre la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, si appella al centrodestra: «La bocciatura del referendum per il maggioritario era prevedibile sia per l'aspetto politico non gradito alla sinistra e quindi sgradito alla maggioranza della Consulta, sia per la natura tecnica del quesito a nostro avviso corretto ma obiettivamente al limite del consentito. Ottima l'intenzione ma quasi inevitabile l'esito tecnico-politico. Il centrodestra deve rilanciare subito con una proposta unitaria che dica no al tentativo dei rossi-gialli di farci tornare col proporzionale agli anni della Prima Repubblica quando, alla faccia dei cittadini, decidevano tutto i partiti che allora avevano almeno uomini, regole e strutture oggi assenti. Occorre una legge con ampia quota maggioritaria che assegni alla coalizione vincente la certezza di poter governare». Il modello? «Potrebbe essere il Mattarellum», dice la Meloni, con i correttivi adeguati.

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