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Sanremo, Rula Jebreal ricompatta la sinistra che grida alla censura Rai

Pietro De Leo
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Ecce domina! La sinistra riparte da Rula Jebreal, divenuta nel week end di fine Feste natalizie il collante di un'area allo sbando. Altroché verifica di governo, l'è tutto già fatto e lo si intuisce dalla pressoché corale presa di posizione contro la Rai, a dir di lorsignori colpevole del gravissimo delitto di non aver condotto in porto la presenza a Sanremo della giornalista, nome autorevole dell'universo politicamente corretto. Per approfondire leggi anche: Rula Jebreal "sotto choc": la Rai mi ha chiesto di fare un passo indietro Era trapelato (con un'anticipazione di Dagospia qualche giorno fa), infatti che Rula Jebreal, chiamata dal direttore artistico della kermesse Amadeus, avrebbe dovuto comparire sul palco dell'Ariston. Stando a ulteriori rumors si sarebbe anche adoperata per far arrivare a Sanremo niente meno che Michelle Obama, già first lady alla Casa Bianca, per iniziare dunque alla grande questo 2020, anno peraltro di elezioni presidenziali negli Stati Uniti e di una tornata di regionali non da poco in Italia. Invece, almeno al momento, nulla. Per, sembra, «motivi di opportunità». Va detto che l'ipotesi, com'è abbastanza fisiologico che sia, aveva scatenato numerose reazioni contrarie sui social, stante il fatto che la giornalista appartiene a quel generone uso a vedere fascismo e razzismo ovunque nel nostro Paese. Comunque, dopo lo stop della tv pubblica ieri s'è scatenato il fuoco di fila dei partiti di maggioranza. «Credo che la Rai debba rivedere la propria decisione di escludere Rula Jebreal da Sanremo» scrive, da Italia Viva, Gianfranco Librandi. Laura Boldrini, dal Pd, evidenzia «che la Rai dica no a Rula Jebreal è legittimo. Ma se poi è vero che sulla decisione hanno pesato le polemiche scatenate sui social dai sovranisti allora non ci siamo». Dal Movimento 5 Stelle addirittura prende posizione un peso massimo, il ministro Stefano Patuanelli: «Siamo in un paradosso: non si vuole trasformare in tribuna politica il Festival di Sanremo, ma si opera una scelta di "esclusione politica preventiva". Detta anche censura». Davide Faraone, capogruppo in Senato di Italia Viva, si spinge oltre: «La Rai, la tv pubblica, si piega al diktat di Salvini. Credo sia semplicemente vergognoso» e annuncia che investirà della questione la commissione di vigilanza Rai. Addirittura le corteggiatissime sardine escono dal torpore tardo natalizio, e uno dei portavoce romani definisce «vergognosa e discriminatoria» la decisione della Rai. Insomma Rula Jebreal è la linea di confine della libertà. L'Inquisito numero uno, ossia il leader della Lega Matteo Salvini, si scrolla la polemica dalle spalle: «Ma con tutti i problemi che ho - ha detto interpellato sul punto a margine di un appuntamento elettorale - mi occupo di Sanremo e delle conduttrici di Sanremo? Invitino chi vogliono, è l'ultima delle mie preoccupazioni onestamente». Da Forza Italia Giorgio Mulè, capogruppo in Vigilanza, la manda in battuta: «È iniziato ufficialmente il festival del ridicolo intorno a Sanremo». E prosegue: «La realtà è molto semplice: dica il direttore artistico Amadeus se, chi e perché ha bloccato la partecipazione della Jebreal. E faccia lo stesso l'amministratore delegato Salini». Intanto, però, la sinistra ha vissuto la sua domenica di gloria, cercando di oscurare i guai del governo con le buone vecchie grida al Grande Pericolo.

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