CASO GREGORETTI

Domani la memoria di Salvini. In Giunta numeri in bilico

Daniele Di Mario

Aveva promesso che ci avrebbe lavorato per tutte le festività natalizie, per arrivare a presentare in Giunta per le Immunità del Senato la sua memoria. E così sarà. Il documento a firma di Matteo Salvini sarà sul tavolo del presidente Maurizio Gasparri domattina. Il leader della Lega, su cui pende la richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale dei ministri di Catania per il caso Gregoretti, non si difenderà personalmente, come del resto aveva già fatto per il caso Diciotti lo scorso marzo.  Per approfondire leggi anche: SALVINI: DOMATTINA PRESENTO IL RICORSO La memoria dell’ex ministro dell’Interno, accusato di sequestro di persona, in merito all’imbarcazione sulla quale si trovavano 131 migranti (soccorsi a largo della Sicilia il 25 luglio scorso e fatti sbarcare il 31) si baserà sulle numerose interlocuzioni tra Viminale, presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari. La linea adottata per la Gregoretti, come per la Diciotti, fu quindi quella del governo e non quella solitaria del capo del Viminale. A sostegno di questa tesi, Salvini presenterà anche diversi documenti che ripercorrono quei giorni di braccio di ferro, che si conclusero solo dopo la stipula degli accordi per la redistribuzione degli immigrati. Una versione molto diversa è stata, invece, fornita da palazzo Chigi, che ha negato che durante il Consiglio dei ministri del 31 luglio - e in altre riunioni - sia stata trattata la vicenda. Il Capitano comunque non demorde: "Mi sento Silvio Pellico, Le mie prigioni. Rischio fino a 15 anni di carcere perché ho bloccato degli immigrati e difeso il mio Paese. Ma che memorie difensive vuoi produrre? Lo Stato è come casa mia, devi usare il campanello, se non hai il permesso di entrarci ti rimetto sul barchino e ti rispedisco a casa tua". Il caso Gregoretti, con la memoria di Salvini, entra nel vivo. Il timing è stato già fissato dal presidente Gasparri, con una prima convocazione l’8 e il 9 gennaio prossimi. La Giunta avrà tempo 30 giorni per esprimere il suo parere, che sarà poi consegnato all’aula del Senato per il responso definitivo. L’organismo parlamentare voterà la relazione di Gasparri già il 20 gennaio alle 17 e l’assemblea, secondo le previsioni, potrebbe esprimersi tra il 10 e il 15 febbraio. Il caso Gregoretti però non sarà come quello della Diciotti. E sono i numeri, sia in Giunta sia in Aula, a constatarne la diversità. Il Movimento 5 Stelle ha già dichiarato di voler prendere una strada diversa, anche se si stanno alzando diverse voci più caute e che, prima di esprimersi, hanno già annunciato di voler visionare tutte le carte. Nessuna decisione quindi per partito preso, viene spiegato da fonti grilline interne alla Giunta. Altro motivo di incertezza è Italia viva, che nell’organismo parlamentare potrebbe trasformarsi in vero e proprio ago della bilancia. A conti fatti se i tre rappresentati del partito di Renzi - Francesco Bonifazi, Giuseppe Cucca e Nadia Ginetti - votasse per salvare il leghista ci sarebbe una maggioranza contraria alla richiesta per lo più composta dal centrodestra, che conta 10 commissari. Nel caso in cui invece Iv dovesse astenersi, la giunta si troverebbe in una condizione di virtuale parità, dando per scontato che Meinhard Durnwalder delle Autonomie risponda alla maggioranza di governo. In questo caso sarebbe bocciata la relazione di Gasparri, e in aula si andrebbe con un nuovo relatore, presumibilmente rappresentate dell’esecutivo giallorosso.