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Un consigliere lascia. Trema la Appendino

Curatella abbandona il M5S. In bilico la maggioranza della sindaca di Torino

Daniele Di Mario
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Comincia nel peggiore dei modi il 2020 di Chiara Appendino. A Torino proprio come a Roma, il governo traballa nei numeri in aula. La già risicata maggioranza del Movimento in consiglio comunale, si è infatti ulteriormente ridotta dopo l'addio al gruppo pentastellato di Cataldo, detto Aldo, Curatella. Senza l'appoggio del 45enne ingegnere, la maggioranza di Appendino è di soli 22 consiglieri, sindaca compresa, contro i 19 delle opposizioni. Curatella è già il terzo eletto nella lista del M5S nel 2016 a lasciare, prima di lui se n'erano andate Deborah Montalbano per una vicenda di vetture pubbliche usate impropriamente, e l'estate scorsa Monica Pollicino, per una scelta politica.  Per approfondire leggi anche: PARAGONE ESPULSO DAL M5S L'accusa che mosse la Pollicino è la stessa che oggi rinnova Curatella: «Politica non è arrivare con scelte già effettuate, non si sa dove e con chi, per poi agire solo per convincere che la decisione è condivisa». I tre voti in più che Appendino dovrà gestire di qui alla fine del suo mandato nel 2021 possono essere tanti, ma anche pochissimi. Proprio la gestione politica di questa situazione da pallottoliere sarà decisiva in vista di una ricandidatura di Appendino, che punta a ottenere una deroga al limite dei due mandati fissato dallo statuto pentastellato. Nei mesi scorsi si era anche parlato di un refrain dell'alleanza romana con il Pd sotto la Mole, attraverso una lista civica della sindaca, ma di concreto non c'è mai stato nulla. Anzi, i democratici oggi attaccano per voce del capogruppo in Sala Rossa, Stefano Lo Russo: «Si restituisca quanto prima la parola ai cittadini torinesi». Difficile però che si arrivi a elezioni anticipate questa primavera, ancora più difficile però che il Pd non candidi qualcuno. Anche perché i sondaggi, e i risultati delle Europee, hanno ridotto il M5S a Torino a essere una minoranza, con cui allearsi può essere controproducente. Curatella nel post su Facebook in cui ha annunciato le sue dimissioni è andato addirittura oltre a quando detto da Pierluigi Paragone, che ha parlato di «nulla» in riferimento al Movimento che lo aveva appena espulso. Nel suo post infatti l'ex consigliere ha lanciato delle accuse all'ex assessore all'Innovazione, Paola Pisano, che oggi è ministro della stessa materia nel Conte Bis. Secondo Curatella, infatti la cattiva gestione dell'Anagrafe cittadina da parte della Pisano non si poteva discutere internamente, nonostante «gravi mancanze e i gravi problemi creati da chi ricopre un ruolo rilevante ma che risulta intoccabile» poi emerse «dopo l'intervento dello Spresal, con tanto di apposizione di sigilli per gravi mancanze in relazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro». L'ex M5S ha attaccato anche la piattaforma Rousseau, «più volte finita sotto indagine per problemi legati alla privacy e alla mancanza di trasparenza, a cui volontariamente non mi sono mai iscritto forse unico tra tutti gli eletti in ambito nazionale». Immediata la reazione del M5S cittadino, che chiede a Curatella di dimettersi, invece di passare al gruppo misto, ribandendo la sua fiducia nella sindaca. Una fiducia inevitabilmente a tempo, perchè il 2020 sarà l'anno in cui andranno a sentenza i processi in cui è indagata. Il 6 febbraio i pm Enrica Gabetta e Marco Gianoglio chiederanno le condanne di Chiara Appendino, Paolo Giordana (ex capo gabinetto), Sergio Rolando (assessore al bilancio) e Paolo Lubbia (direttore settore finanza del Comune) per aver falsificato il bilancio cittadino del 2017, cercarono di posticipare al 2018 un debito di 5 milioni nei confronti di Ream, il fondo immobiliare di Unicredit. Il 21 febbraio poi il pm Vincenzo Pacileo, titolare del processo sulla calca di piazza San Carlo, discuterà davanti a un giudice dell'udienza preliminare, le accuse nei confronti di Chiara Appendino, che ha chiesto il rito abbreviato. C'è infine la vicenda della consulenza fantasma dell'ex portavoce Luca Pasquaretta, per cui il pm Gianfranco Colace ha già chiuso le indagini. Al momento è congelata l'accusa di concorso in peculato nei confronti della sindaca ma se durante gli interrogatori dei coindagati previsti questo mese, dovessero emergere novità, scatterà un terzo giudizio per la sindaca. Se arrivassero delle condanne l'interruzione anticipata di questa amministrazione sarebbe automatica, e la conta dei fedelissimi in Sala Rossa diventerebbe inutile.

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