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Processo grillino a Fioramonti

I grillini non perdonano l'ex ministro Fioramonti dopo le dimissioni: parte il processo

Silvia Sfregola
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Porta con sé un lungo strascico di polemiche l'addio natalizio di Lorenzo Fioramonti al ministero della Pubblica istruzione. I veleni sono soprattutto interni al M5S. All'ex titolare di viale Trastevere non piacciono gli attacchi arrivati dai vertici pentastellati, quel conto 'inevaso' a suo nome, da 70mila euro, recapitato ai giornali. Il ricercatore romano si difende e passa al contrattacco: "Ovviamente, non possono mancare le solite polemiche sui rimborsi. Per approfondire leggi anche: I soldi che mancano? Quelli di Fioramonti al M5S In tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione", scrive su Facebook spiegando come, "dopo aver restituito puntualmente per un anno", abbia deciso di versare le restituzioni 2019 sul conto del "Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che - da Viceministro prima e da Ministro poi - ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato", sottolinea. Le scintille con gli ex compagni di strada non accennano a diminuire. "Se ora Fioramonti sogna di fare il capo politico, o lanciare il suo movimento verde... sono fatti suoi legittimi, ma sono certo che se uscirà dal Movimento si dimetterà", attacca il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni. L'ex ministro finisce tra i cattivi anche nel lungo elenco che fa in un video postato sui social Gianluigi Paragone. Il senatore in odore di espulsione dal movimento chiede l'intervento dei probiviri per i parlamentari che non hanno rendicontato. Tra loro, ovviamente, anche Fioramonti. "E lo hanno pure fatto ministro - attacca - e il capo politico dov'è? Non lo sapeva o ha fatto finta di non vedere? E' vero che c'è tempo fino al 31 di gennaio, ma se sei fermo a quota zero forse qualche interrogativo ...". E se la polemica impazza, anche il totonomi non è da meno. Nicola Zingaretti mette la scelta nelle mani di Conte, ma è al M5S che spetterà l'indicazione del nome. Secondo gli ultimi rumors salgono le quotazioni della sottosegretaria al Miur Lucia Azzolina, mentre scendono quelle di Nicola Morra ("difficile sostituirlo alla guida della commissione Antimafia", secondo alcuni. "Troppo distante da Di Maio", secondo altri). In pista anche i nomi di Luigi Gallo (vicino a Roberto Fico) o del questore della Camera Francesco D'Uva, tra i fedelissimi del capo politico. Il nodo sarà affrontato domani dal premier, impegnato nella tradizionale conferenza stampa di fine anno. Conte non dovrebbe annunciare il nome domani, ma espliciterà l'intenzione del governo di procedere rapidamente alla nomina del nuovo ministro, senza rimpasti o interim. "Il nuovo ministri dovrebbe arrivare entro la ripresa dei lavori parlamentari", l'8 gennaio filtra da fonti di maggioranza. Diversi i dossier spinosi che il capo del Governo dovrà affrontare. Dalla revoca alla concessione ad autostrade alla prescrizione, passando per 'l'agenda 20-23' e il rilancio del governo giallorosso. E poi ancora i delicati rapporti con Matteo Renzi e con Luigi Di Maio, la possibilità di puntellare il Governo con dei gruppi parlamentari a suo nome, il suo futuro politico, la durata del Conte bis. "Andrà avanti, è tutto sotto controllo", assicurano dalla maggioranza.

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