la manovra
Fumata nera sulla cannabis light. Caos in Senato, M5s contro la Casellati
Bagarre in Senato sulla cannabis light. Alla base c'è il del giudizio di inammissibilità delle norme sulla cosiddetta liberalizzazione della canapa senza principio psicotropo. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto alla presidente Elisabetta Casellati di dimostrare che la scelta non sia stata frutto della "pressione della sua parte politica". La presidente ha replicato spiegando che è stata una "decisione meramente tecnica", aggiungendo: "Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge". "Bloccata in Senato la norma sulla coltivazione e la distribuzione di 'droga di Stato': no allo Stato spacciatore, la battaglia della Lega non si fermerà mai!", ha tuonato il segretario della Lega Matteo Salvini. Parole che hanno fatto esplodere gli ex alleati del Movimento 5 Stelle. "Gli applausi della Lega e di tutta la destra sono uno schiaffo in faccia alle migliaia di agricoltori che producono canapa industriale. Le parole di Salvini dimostrano solo la sua ignoranza e la sua malafede su un argomento che merita serietà e competenza. Un tradimento per tutto il comparto agricolo", replica su Facebook la senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Taverna, vicepresidente del Senato. "Lo stop nella legge di bilancio della commercializzazione della cannabis, sotto lo 0,5% di thc, rappresenta una grande soddisfazione. Ha vinto la nostra levata di scudi, insieme a quella delle comunità terapeutiche e delle famiglie colpite dal flagello droga, chissà perché rigorosamente avverse a ogni firma di legalizzazione. Per il M5S e Pd si tratta di una fumata di erba andata male, una fumata nera", dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi. Il governo ha annunciato che porrà la fiducia: a comunicarlo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, annunciando un maxiemendamento che include le modifiche al provvedimento approvate dalla commissione Bilancio del Senato. essere giudicate inanmmissibili sono state anche le norme alla manovra che riguardano la tobin tax (che introduceva un'aliquota dello 0,04% su alcuni tipi di transazione finanziarie online) e lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l'energia.