Alfonso Bonafede, gli avvocati scrivono a Palazzo Chigi: sulla gaffe intervenga Conte
L'organismo congressuale forense scrive direttamente al premier Giuseppe Conte «affinché richiami il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per riequilibrare le necessarie interlocuzioni con l'Organismo e per ripristinare una doverosa e corretta informazione proveniente dagli organi di governo». Il caso è scoppiato ieri. «L'ultima esternazione di Bonafede - sottolineano gli avvocati - è avvenuta in diretta televisiva quando ha spiegato, testualmente, che i reati dolosi non sempre sono facilmente dimostrabili e quindi diventano colposi, con una conseguente riduzione dei tempi della prescrizione. Una frase incredibile - commenta Giovanni Malinconico, coordinatore dell'OCF - che suscita moltissime perplessità e sulla quale si potrebbe soprassedere, se in gioco non ci fossero i diritti fondamentali dei cittadini e secoli di civiltà giuridica». Per approfondire leggi anche: Avvocati contro Bonafede: si deve dimettere Fra le questioni che gli avvocati giudicano inaccettabili, «anche la preferenza di Bonafede per i tavoli di confronto - l'ultimo sulla riforma dell'accesso alla professione - ai quali non è stato invitato l'Organismo Congressuale Forense, organo di rappresentanza politica dell'Avvocatura, e che vedono la partecipazione della rappresentanza istituzionale forense, come noto sottoposta alla diretta vigilanza di Via Arenula. Di qui - concludono gli avvocati - l'appello all'avvocato Conte, prima che premier, stimato collega». L'Organismo Congressuale Forense (OCF) è l'organismo di vertice di rappresentanza politica. Replicano dal M5S: «Spesso, nel corso dei procedimenti penali, le contestazioni mosse agli imputati vengono riformulate, e può accadere che un reato per il quale si ipotizzava inizialmente il dolo passi ad essere giudicato come un reato colposo. È un dato di fatto e chi in queste ore sta attaccando il ministro Bonafede, chiedendone le dimissioni, non fa altro che aggrapparsi a un pretesto infondato». Così i deputati del MoVimento 5 Stelle in Commissione giustizia della Camera. «Quella indirizzata al ministro della giustizia è una polemica vuota, e per misurare quanto sia insensata basta guardare ai tanti casi giudiziari nei quali si è verificato esattamente quanto affermato da Bonafede. Solo per fare un esempio, possiamo citare il procedimento per l'omicidio di Marco Vannini. In quel caso, la Corte d'Assise aveva riconosciuto l'uomo che gli ha sparato colpevole di omicidio volontario, ma in Appello - per gli stessi fatti - i giudici di secondo grado hanno riformulato l'accusa in omicidio colposo, con conseguente ridimensionamento della pena e con effetto quindi anche sui termini di prescrizione».