Conte loda il Mes e la maggioranza scappa dall'Aula. Ma poi approva il Salva-Stati
Il premier: "Basta sospetti, non c'è nulla da temere dall'Europa"
La Camera dei deputati ha approvato il nuovo fondo Salva-Stati, con 291 voti favorevoli, 222 contrari e nessun astenuto. Alla fine la maggioranza giallo-rossa è riuscita a trovare la quadra sulla risoluzione sul Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Non è mancata la bagarre in Aula durante le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prima del Consiglio Ue del 12 e 13 dicembre. Conte ha spiegato che il Mes conviene al Paese nonostante le dure proteste dell'opposizione, Lega e Fratelli d'Italia in testa, che hanno evidenziato tutti i rischi connessi all'approvazione del Mes. Soprattutto il pericolo che i risparmi degli italiani possano correre dei rischi in caso di ristrutturazione del debito. La maggioranza, però, è apparsa tutt'altro che coesa su questo provvedimento che è stato inghiottito come un boccone amaro. Durante il discorso del premier Conte, infatti, i banchi della maggioranza erano semivuoti. Ad immortalare l'Aula deserta dal lato della maggioranza è stato il deputato leghista Igor Iezzi, che poi ha pubblicato la foto sul suo profilo Facebook. Conte, però, non ci ha fatto molto caso, e ha lodato la riforma del trattato sul Salva-Stati che l'Italia ha approvato. Sulla riforma del Mes, ha detto, "bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani, tanto più che quantomeno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall'euro-zona o, addirittura, dall'Unione europea". "Se questo è l'obiettivo - ha aggiunto Conte - allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé. Vero è che - ha continuato il presidente del Consiglio - un dibattito portato avanti in modo molto confuso rischia di indurre il sospetto, nei mercati e nelle istituzioni internazionali, che siamo noi stessi a dubitare dell'impegno assunto di mantenere il debito su un sentiero di piena sostenibilità: questo sì che sarebbe un modo per danneggiare il risparmio degli italiani". "L'Italia - ha infine ricordato - in particolare non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati". Il dibattito in Aula è stato infuocato. Non è certo una novità sentire urla in aula all'insegna di "buffone", "traditore", "venduto". Di sicuro meno comuni riferimenti a sfondo sessuale. Oggi sono risuonate espressioni che in un'occasione hanno costretto il presidente Roberto Fico a richiamare l'oratore. La logica di pacchetto sul Mes, ha affermato Andrea Delmastro Delle Vedove "è la supercazzola con cui i pentastellati hanno concesso la sodomizzazione finanziaria dell'Italia". Accenno di bagarre in aula con il presidente Roberto Fico che ha richiamato il deputato ad un uso più attento del linguaggio perché "questo non è il cinema". Ma non è finita lì. In uno degli ultimi interventi nel dibattito, il leghista Dimitri Coin, dopo aver evidenziato l'uso eufemistico del linguaggio nell'ambito del trattato salva Stati da parte dei loro fautori ("debito è una cosa negativa, ristrutturazione invece appare una cosa positiva"), ha lanciato un affondo finale senza troppi giri di parole: "Al mattino, nonostante il Mes, vorrei svegliarmi nel letto con mia moglie e non con un burocrate sodomita". Insomma, le parole di Conte non hanno proprio convinto tutti.