le grandi manovre
Il centrodestra c'è. Intesa sulle Regionali
Tanto rumore per nulla. Ad Arcore il vertice di centrodestra, tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni al cospetto del padrone di casa Silvio Berlusconi, si conclude con un nulla di fatto sui nomi dei candidati alle prossime regionali. Dopo quasi tre ore di riunione, davanti a una tavola apparecchiata, i tre leader riescono solo a definire e concordare i «profili» dei potenziali candidati, senza però risolvere l’affaire davvero urgente: quello della Calabria. Le elezioni ci saranno tra un mese e mezzo (il 26 gennaio) e prima di Natale dovranno essere presentate le liste per Emilia Romagna e Calabria, ma su quest’ultima la coalizione sembra essere finita in un cul de sac da cui è difficile uscire. I propositi prima del vertice non erano infatti dei migliori. Ad Arcore l’idea era quella di rinviare l’incontro per evitare di fare un altro buco nell’acqua, mettendo a nudo soprattutto le fibrillazioni nella compagine azzurra. Berlusconi, secondo quanto trapela da fonti forziste, ha però voluto tentare la carta di Jole Santelli, calabrese e vicesindaco di Cosenza, vicina ai fratelli Occhiuto, Mario e Roberto, che ormai, dopo lo stop non solo della Lega ma anche di FdI, sarebbero fuori dai giochi. La deputata azzurra avrebbe visto il Cav prima del vertice di centrodestra. L’altro nome proposto sarebbe la deputata di Cosenza Fulvia Michela Caligiuri. Tutto ancora in discussione dunque. Dalla riunione esce quindi una stringata nota congiunta nella quale si conferma il «grande spirito di coesione e di collaborazione», annunciando «un accordo sui profili dei candidati governatori e sulla composizione delle liste per le Regioni che andranno al voto e che sarà perfezionato nei prossimi giorni». Sul tavolo anche la legge di bilancio, definita «disastrosa a base di tasse e manette», che potrebbe solo aiutare la scalata del centrodestra, in termini di consenso. Il sentore, condiviso, è che ci siano diversi segnali, soprattutto tra i 5 Stelle, di crisi imminente. Per questo, è il ragionamento, la coalizione deve farsi trovare pronta. Sulle prossime elezioni regionali, però, la fumata è nera, con la prospettiva, e la speranza, di trovare i nomi la prossima settimana, praticamente in zona Cesarini. Lo stallo sulla Calabria alza la tensione soprattutto tra le fila di Forza Italia. Anche la carta Santelli, che l’ex premier voleva giocarsi per scongiurare la rottura all’interno del partito, non avrebbe sortito l’effetto sperato con gli Occhiuto pronti comunque a correre da soli con una lista civica. Ora potrebbe davvero aprirsi per Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, la strada verso la regione con la sponsorizzazione di Antonio Tajani e Antonio Gentile, un accordo praticamente sottoscritto con la Lega e la complicità di Denis Verdini. Un profilo, quello di Abramo, ritenuto però troppo deboli da alcuni dirigenti di FI, nonostante il sostegno di Gentile. Situazione esplosiva: se passa Occhiuto o la Santelli (coordinatrice regionale vicina al sindaco di Cosenza), il primo cittadino silano rinuncerà a fare una lista autonoma. In caso contrario sarà rottura. Stesso discorso per Gentile, pronto a schierare un lista anti-Occhiuto. Anche la situazione candidature per la Campania, terreno sempre di Forza Italia, potrebbe complicarsi o comunque vive una fase di tensioni. Per superare le perplessità su Stefano Caldoro (già sconfitto 5 anni fa da De Luca) torna in ballo il nome di Severino Nappi. Un nome su cui comunque non c’è intesa.