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Sul Mes l'ultima balla del premier Conte

Riflettori accesi sul fondo Salva-Stati al convegno sull'Europa organizzato da "Il Tempo" con il direttore Franco Bechis

Pietro De Leo
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Il direttore del «Tempo» Franco Bechis va subito al punto, aprendo la tavola rotonda del convegno organizzato dalla nostra testata dal titolo «Idee per l'Europa», con una specifica ancora più pungente: «Il ratto d'Europa. Obiettivi dei Padri, delusione dei figli». E chiede a Moavero Milanesi, che al tempo dell'assenso sul Mes dato da Conte era ministro degli Esteri, se della questione si fosse o meno parlato in Consiglio dei ministri: «Se per parlare intendano analisi approfondite, io non ne ricordo. Se intendiamo averlo menzionato di tanto in tanto, è stato menzionato. Il Mes resta una cartina tornasole interessante del dibattito europeo. Nel 2012, spiega, eravamo nel pieno dello smarrimento europeo su come risolvere la crisi». Da lì, Moavero inizia una disamina del percorso accidentato dell'integrazione europea, di cui il Mef è un paradigma. La parola poi passa a Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che sottolinea come la linea degli azzurri sia quella comune agli altri partiti di centrodestra, ossia fortemente critica sul Meccanismo Europeo di Stabilità. «Noi - spiega Gelmini- apparteniamo con orgoglio al PPE, ma questo non ci obbliga ad avere una visione acritica dell'Europa». Quanto al modo istituzionale in cui affrontare il dossier, spiega: «Il fatto che il Parlamento debba essere coinvolto in scelte così impegnative non rappresenta un atto di lesa maestà». Tocca al capogruppo di Forza Italia al Senato Annamaria Bernini, già ministro degli affari europei nel IV governo Berlusconi: «Oggi mi sento europerplessa», afferma, «quando vedo che certe cose che accadono e non ritengo corrispondenti alle intenzioni dei Padri Fondatori. Non credo che questi ultimi volessero l'attivismo francese in Africa a spese nostre o il surplus commerciale della Germania». Chiude la sessione il leader della Lega Matteo Salvini, che esordisce: «In Europa qualcosa ancora non funziona» e fa un esempio pratico riferendosi «al bilancio che prevede 5 miliardi di euro alla Turchia». E poi cambia tema e fa l'affondo sul premier: «Le Iene hanno realizzato un servizio secondo cui avrebbe ottenuto un cattedra in forza di un concorso nella cui commissione c'era un componente con cui collaborava personalmente. Ne avete sentito parlare?», chiede al pubblico, che risponde in un coro di «no».

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